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Calcio e lesioni a menisco, crociato e tendine d'Achille

Calcio e lesioni a menisco, crociato e tendine d'Achille

Il menisco, i legamenti crociati e il tendine di Achille sono, nel gioco del calcio, le parti più sottoposte a traumi e lesioni.
In questo articolo:

Menisco, crociato e Tendine d'Achille sono tre elementi della gamba spesso soggetti a lesioni, soprattutto per chi gioca a calcio (anche a livello amatoriale).

Traumi e lesioni al menisco

I due menischi del ginocchio, quello mediale e quello laterale, hanno la funzione di ammortizzare l'articolazione durante i movimenti; sono vascolarizzati unicamente nelle zone laterali e, se la lesione si presenta al centro, è particolarmente difficile poter operare una riparazione della stessa.
Sintomi tipici di una lesione del menisco sono il dolore, il blocco dell'articolazione e la tumefazione della zona interessata. La diagnosi viene posta innanzitutto con una visita ortopedica e confermata con la risonanza magnetica in prima istanza e, nel caso di dubbio, con l'artroscopia diagnostica. La lesione del menisco non è guaribile senza terapia e il trattamento è sempre chirurgico.

La terapia chirurgica può essere di due tipi, ambedue effettuati in artroscopia, la meniscectomia e la sutura meniscale. La meniscectomia richiede l'asportazione della parte del menisco che presenta la lesione, conservando il resto e permettendo così una ripresa ed una riabilitazione più rapida, che comincia il giorno dopo l'intervento chirurgico e prevede una ripresa completa entro circa 20 giorni a seconda della lesione. Solitamente una lesione al menisco laterale è più complessa rispetto una al menisco mediale.

La sutura meniscale, invece, richiede una sutura, appunto, del menisco effettuata tramite punti riassorbibili. Questo tipo di intervento è indicato soprattutto per le lesioni periferiche. La riabilitazione successiva all'intervento, però, è piuttosto lenta e va dai 4 ai 6 mesi. Proprio per questo motivo, la sutura meniscale viene preferita in generale quando viene richiesto anche l'intervento al crociato.

Traumi e lesioni al legamento crociato

Il legamento crociato anteriore è un legamento estremamente importante in quanto svolge più funzioni contemporaneamente: ottimizza i movimenti di femore, rotula e tibia, stabilizza il ginocchio, viene utilizzato insieme ai muscoli quadricipite femorale, adduttori ed abduttori. La lesione del legamento crociato avviene normalmente quando, con il quadricipite contratto, il calciatore ha una distorsione del ginocchio.
Il dolore è lancinante e, a seconda della gravità della lesione, può esserci versamento di liquido. La diagnosi viene posta grazie alla visita specialistica e viene confermata dalla radiografia, necessaria per escludere anche eventuali lesioni ossee associate, e dalla risonanza magnetica.
La ricostruzione del legamento crociato va effettuata in artroscopia e consiste solitamente nel prelievo di tendini dal paziente stesso ed innesto nell'articolazione, fissando i tessuti prelevati al femore e alla tibia con una vite ad interferenza.

La riabilitazione successiva all'intervento è di fondamentale importanza per il recupero totale e completo dell'articolazione. Non solo; poiché il crociato interagisce con diversi muscoli, è essenziale anche riabilitare l'apparato muscolare circostante per evitare in seguito eventuali situazioni di instabilità. La ripresa dell'attività sportiva, se non vi sono state complicazioni, può avvenire dopo circa 6 mesi dall'intervento.

Il tendine d'Achille: traumi e infiammazioni

Il tendine d'Achille è una striscia di collagene con una funzione importantissima: la spinta del piede. Esso parte infatti dal calcagno ed arriva al tricipite surale, agendo anche da tampone durante la contrazione muscolare.
Le tendinopatie microtraumatiche sono patologie che si sviluppano per sovraccarico. In pratica, un gesto ripetuto nel tempo può portare a dei microtraumi che, alla lunga, tendono a danneggiare il tessuto.

Ad esempio, durante la corsa, il tendine di Achille, che ha già uno scarso apporto di sangue, può trovarsi ad essere sottoposto a movimenti particolari che riducono ancora di più l'apporto di sangue. In questo modo il tendine si trova ad avere meno Sangue quando ne ha più bisogno e questa ischemia può a lungo andare danneggiare le cellule tissutali. Il sintomo spia è il dolore, che diventa più forte ed intollerabile durante i movimenti.

La peritendinite si manifesta invece con difficoltà di movimento, gonfiore locale e calore eccessivo nella zona interessata. All'ecografia, il tendine si presenta circondato da una falda di consistenza liquida. Solitamente le peritendiniti guariscono semplicemente con il riposo e la somministrazione di FANS. Superata la fase acuta, però, è necessario una riabilitazione tesa ad accelerare il processo di guarigione e ad evitare possibili recidive. Chiaramente, il trattamento deve essere tempestivo per evitare che la fase acuta diventi poi cronica.

La rottura del tendine è invece un avvenimento molto raro, che, in ogni caso, è lo stadio finale di una tendinosi che ha danneggiato il tessuto. Ma la rottura può essere provocata da trauma contusivo diretto. Il primo sintomo è il Dolore improvviso associato all'impossibilità di camminare. Dopo qualche ora compare tumefazione nella zona interessata dovuta al versamento di sangue e all'edema.

La rottura parziale invece può variare di entità e di posizione. Anche in questo caso il dolore compare improvvisamente ma poiché la funzione viene mantenuta, la diagnosi è più difficile da porre e si deve ricorrere alla ecografia e alla risonanza magnetica per averne la certezza. È indispensabile, per evitare il versamento di sangue, effettuare al più presto una fasciatura stretta. Il trattamento della rottura del tendine è sempre chirurgica; segue poi la posa di uno stivaletto di gesso che va portato per almeno 30 giorni, a cui segue infine la riabilitazione.

Ultimo aggiornamento: 09 Luglio 2019
5 minuti di lettura

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