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Esperto Risponde

più informazione con consenso informato aumenta le paure dei pazienti

Buongiorno, sono una impiegata di 30aa, operata nel 2001 con esportazione polipi, turbinati, setto nasale. I primi anni sono stata meglio, ora mi trovo in un progressivo peggioramento, con cefalee, quasi totale perdita olfatto, alitosi, dolori delle ossa facciali.la tac massiccio facciale ha riscontrato una PANSINUSITE POLIPOIDE OSTRUENTE BILAT. LE FOSSE NASALI. ANOSMIA ED IPOGEUSIA. l'otorino/chirurgo che mi segue mi ha consigliato due terapie, la prima cortisonica, con Celestone cronodose, e la seconda a base di Lukasam, entrambe supportate da Nasonex.Nessuna delle due ha apportato miglioramenti significativi, il chirurgo vuole aspettare perchè l'operazione sembra molto richiosa: I POLIPI SONO ARRIVATI MOLTO VICINI AI NERVI OTTICI, pertanto il rischio maggiore è la cecità permanente.Sono terrorizzata da questo, e soprattutto vorrei cambiare medico (non mi sembra serio che una persona che ti debba seguire tutta la vita non si faccia una cartella medica ed ogni volta è come se fosse la prima volta che ti veda), e non so a chi rivolgermi. la mia domanda è:C'E' UNA STRUTTURA IN ITALIA SPECIALIZZATA IN OTORINLARIGOIATRIA?CI SONO CHIURURGHI CHE SEGUONO NELLO SPECIFICO QUESTI TIPI DI SITUAZIONI?UNA GRAVIDANZA PEGGIOREREBBE IL QUADRO CLINICO?Grazie anticipatamente, mi sento proprio abbandonata in questa situazione e non so dove trovare risposte..Anna
Risposta del medico
Specialista in Otorinolaringoiatria
Non deve pensare che il collega non si interessi a lei solo perchè non ha memorizzato una cartella clinica: l'attuale normativa rende molto complicato tenere un archivio dei pazienti, dal momento che ogni informazione che riguardi dati sensibili di una persona deve essere corredata da una specifica liberatoria firmata in originale dall'interessato che deve essere conservata a tempo indefinito. Proprio per la complessità della legge sulla privacy molti preferiscono non tenere affatto un archivio o consegnano tutto il materiale al paziente. Analogamente, il consenso informato come è attualmente concepito dalla legislazione richiede che il paziente sappia di ogni intervento anche le complicanze più gravi. Purtroppo l'aumento di informazione comporta spesso un parallelo incremento delle paure: le complicanze degli interventi chirurigici sono sempre esistite, ma in passato il chirurgo spesso le taceva per non preoccupare il paziente.
Risposto il: 04 Gennaio 2011