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Esperto Risponde

Ventricolo cerebrale dilatato in neonato prematuro

Gentile Dottore, le scrivo per un consulto riguardante mio figlio, un bellissimo bambino nato il 10 settembre di quest'anno alla 35 settimana con un peso di kg 1,860 e lunghezza cm 43,5.
Il bambino è nato prematuro a seguito di problemi legati alla mia gravidanza (preeclampsia seguita da parto spontaneo indotto). Mio figlio è stato trasferito in un reparto di terapia intensiva sia per la prematurità che per un distress respiratorio. Ha avuto bisogno di ventilazione assistita per circa 8 ore e poi è stato estubato.
Durante il ricovero è stata fatta una ecografia cerebrale che non ha evidenziato nulla di patologico (ventricoli cerebrali in asse, non dilatati; non IVH nè IPE evidenti; alone periventricolare bilaterale - dal referto di dimissioni dell'ospedale).
Era previsto un controllo alla 40° settimana di età post-concezionale, ma per una serie di vicende non l'abbiamo fatta nei tempi previsti. Il controllo è stato fatto successivamente, il 19 novembre, quando Andrea ha 2 mesi e 9 giorni di età anagrafica.
Da questa ecografia all'encefalo è risultato ciò che riporto di seguito: "Linea interemisferica: aumentata; Sistema ventricolare: in asse; lieve dilatazione del ventricolo laterale a dx a livello del corno frontale; Parenchima: diffusamente iperecogeno, in particolare a livello del pavimento e del tetto dei ventricoli laterali."
Abbiamo chiesto come mai ci sia adesso una dilatazione che precedentemente non risultava. La pediatra che ha effettuato l'ecografia ci ha detto di non preoccuparci, che potrebbe essere legata alla sofferenza che Andrea ha avuto alla nascita. Alla mia domanda sul perchè non era stata riscontrata nella prima eco, ha risposto che è come se si fosse formata una cicatrice che adesso è evidente e che non comporta nulla. Poi però ha consigliato una ecografia tra un mese per un controllo, per vedere se permane questa dilatazione, oppure se aumenta o sparisce. Anche la pediatra di base ha detto di non preoccuparsi, in quanto io bambino non presenta segnali preoccupanti.
Sarà un istinto di madre troppo acceso o comunque la prima esperienza di maternità con un bimbo prematuro, ma le chiedo se vista la prematurità e l'esito di questa ecografia, c'è da aspettarsi qualcosa di grave, in merito a problemi psico-motori o linguistico-cognitivi, o nulla.
Come mai se mi continuano a dire che non c'è da preoccuparsi, poi prevedono una ecografia di controllo tra un mese? Inoltre cosa significa "parenchima diffusamente iperecogeno"? L'ansia purtroppo c'è.
La ringrazio per la sua attenzione.
Risposta del medico
Specialista in Pediatria e Gastroenterologia
Cara mamma giustamente preoccupata,
esordisco subito col dirle che ecografie come quella di suo figlio non sono rare a vedersi nei bambini prematuri, non subito ma ai controlli successivi, specialmente se c'è stata una sofferenza perinatale.
Tutto questo è possibile, anche se non vi sono segni clinici tangibili al follow-up.
Il dato più importante di tutti è l'assenza di segni clinici e questo è quello che deve attenuare la sua preoccupazione. Perché i controlli seriati? Ma è naturale. Come si fa a capire se si tratta di reperti transitori o permanenti o evolutivi se non si tengono sotto controllo?
I controlli strumentali (ecografia cerebrale in questo caso) sono imporrtanti e insieme ai periodici controlli clinici sapranno dare una risposta ai suoi dubbi o potranno aprire la porta ad ulteiriori apporfondimenti diagnostici.
Quindi, il suo non è un istinto di mamma troppo acceso, ma una giusta e plausibile preoccupazione che, purtroppo però, solo il tempo potrà modificare.
Saluti.
 
Risposto il: 04 Dicembre 2015