Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
Malattie infettive: il colera

Malattie infettive: il colera

Particolarmente diffuso in zone con scarse norme igieniche, il colera è una malattia infettiva e contagiosa di origine batterica.

Cos'è e come si diffonde


Il colera è una malattia a trasmissione oro-fecale, ossia la sua diffusione inizia con l'espulsione dell'agente patogeno attraverso le feci dell'individuo contagiato e termina con l'ingestione da parte di un individuo sano di alimenti o acqua contaminati, ed è causata dal Vibrio cholerae, un Batterio che vive nell'acqua.
Questa malattia batterica è particolarmente diffusa nelle zone dove scarseggia la pulizia sia personale, carenza di norme igieniche, sia ambientale, pensiamo ad esempio a zone dove abbondano i rifiuti.

Il vibrione espulso nell'ambiente sopravvive a lungo, fino a 14 giorni quando infetta crostacei; altri alimenti particolarmente soggetti ad essere portatori di questo germe sono i frutti di mare e i pesci (soprattutto se ingeriti crudi o poco cotti), la verdura e la frutta. In tutti questi casi è comunque l'acqua il mezzo di trasmissione originario.
I germi espulsi con le feci, infatti, possono arrivare a contaminare le acque destinate all'irrigazione, e questo determina la contaminazione degli alimenti, o le acque che sfociano poi in mare. In ogni caso è la scarsa o inefficace applicazione dei sistemi di depurazione delle acque a rendere possibile il contagio.
Qualora risultino inefficaci i sistemi di potabilizzazione dell'acqua, la trasmissione avviene anche per ingestione di acqua contaminata appunto o di bevande composte con acqua contaminata.
Più rara ma tuttavia possibile, infine, la trasmissione diretta da un individuo contagiato ad un individuo sano.

Sintomi


Questa malattia batterica ha un periodo di incubazione che varia nell'arco di tempo di 5/6 giorni. In genere, qualora si sospetti il contagio, se la malattia non si manifesta nell'arco di 10 giorni si può ritenere che il contagio non sia avvenuto.

È possibile individuare forme cosiddette benigne di colera perché si accompagnano ad una sintomatologia molto attenuata. Ma sono forse ed anche più frequenti forme che si protraggono più a lungo nel tempo con la sintomatologia tipica di questa infezione e, infine, forme fulminanti che determinano la morte dell'ammalato in tempi brevissimi (1/2 giorni): da questo punto di vista, il contagio dei bambini si rivela particolarmente pericoloso. In ogni caso, i sintomi del colera dipendono anche dalla carica batterica infettante e dalle condizioni cliniche preesistenti nel soggetto affetto.

Nel periodo d'incubazione i vibrioni attaccano il tubo digerente dell'individuo. La sintomatologia tipica del colera è la diarrea. Le scariche diarroiche sono inizialmente incolore, nell'arco delle 24 ore dalla loro comparsa diventano prima più acquose, provocando grosse perdite di potassio e calcio, poi sempre più liquide. L'Organismo ovviamente si debilita in modo sostanziale, l'individuo avverte infatti un senso diffuso di stanchezza, confusione mentale e sonnolenza. La febbre non rientra nei sintomi anzi l'ammalato può sudare freddo o avere la pelle asciutta e fredda, ha particolarmente sete e la diuresi è ridotta al minimo o del tutto assente.
Il continuo rilascio di scariche diarroiche provoca nel tempo anche crampi ai muscoli addominali e vomito che peggiora lo stato di disidratazione del corpo. Anche la pressione sanguigna si abbassa notevolmente, fin sotto i 36°C.
Le prime 24 / 36 ore sono determinanti per l'ammalato, la possibilità di ripresa infatti dipende dalla reazione dell'individuo a questi sintomi.

Terapia


Al sopraggiungere dei sintomi è opportuno portare l'ammalato in ospedale. La Terapia necessaria per aiutare l'organismo a reagire a questi sintomi prevede, infatti, la somministrazione di soluzioni fisiologiche e di antibiotici. È inoltre indispensabile supportare l'organismo contrastando la perdita di liquidi e di sali.

A questa terapia medica vanno associate norme igieniche per evitare la diffusione del contagio; alcune di queste norme possono essere utili anche come prevenzione, soprattutto se ci si reca in zone a rischio:

  • isolamento ospedaliero dell'ammalato
  • sottoporre ad un processo di disinfezione gli abiti del malato e l'ambiente in cui è stato
  • cuocere i cibi
  • bollire l'acqua o trattarla con appositi disinfettanti
  • utilizzare un buon sistema di depurazione per l'eliminazione del batterio espulso con le feci
  • i familiari o le persone che sono state a contatto con l'ammalato possono ricorre alla somministrazione di un vaccino
Ultimo aggiornamento: 25 Marzo 2015
4 minuti di lettura

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali