Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende

Dall’Università di Padova “organ on chip”: tecniche di micro-fabbricazione e medicina rigenerativa

Scoperta fondamentale per terapie ad hoc e test sulla tossicità dei farmaci.

Nel laboratorio BioEra (Biological Engineering Research Application) dell'Università di Padova e dell'Istituto veneto di medicina molecolare (Vimm) sono stati sviluppati tessuti umani miniaturizzati “on chip”, in particolare fegato e Cuore. Si è arrivati a questo risultato combinando le tecniche di micro-fabbricazione con la medicina rigenerativa, non a caso si parla di “organ on chip”.

Perché sono così importanti? Perché questi particolari 'organi umani' possono essere utilizzati come strumento di Screening, per testare nuovi farmaci e sviluppare nuove terapie. Con la miniaturizzazione si potrà effettuare un numero elevato di combinazioni sperimentali a costi contenuti e la complessità tecnologica di un dispositivo miniaturizzato, consentirà di operare in condizioni molto vicine alla fisiologia umana sia in situazioni di normalità che in condizioni patologiche. Inoltre si potranno sviluppare terapie ad hoc per ciascun paziente attraverso l'impiego di cellule staminali che mantengono le informazioni genetiche del paziente. E infine si potrà testare la tossicità indotta da farmaci in modo rapido ed economicamente sostenibile.

Infatti il lavoro del laboratorio BioEra ha già dato i primi risultati per lo studio della epatotossicità di un farmaco. Campioni di Tessuto epatico inseriti in un chip, sono stati impiegati per eseguire test automatizzati su un farmaco somministrato ripetutamente a precisi intervalli temporali.

La tecnologia sviluppata nel laboratorio padovano si basa sull'impiego di chip microfluidici prodotti utilizzando tecniche litografiche e le cellule umane cardiache ed epatiche nel chip sono state derivate da cellule staminali pluripotenti cioè in grado di produrre tutti i tipi cellulari che compongono i tessuti del corpo umano.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Methods.

Ultimo aggiornamento: 20 Luglio 2015
2 minuti di lettura

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali