Egr. Signore,
In generale l’indicazione a un intervento chirurgico per una qualsiasi patologia benigna dipende:
1) da fattori clinici :
a) la sicurezza o meno della diagnosi di benignita’;
b) i distrurbi che da’ al paziente;
c) la possibile evoluzione della malattia (complicanze, trasformazione carcinomatosa …);
2) da fattori legati al paziente:
a) lo stesso disturbo e’ diversamente tollerato dai differenti pazienti;
b) lo stile di vita del paziente, in particolare la professione svolta;
c) la storia clinica e la storia familiare del paziente;
d) talora cancerofobia;
3) da fattori legati al chirurgo:
a) le patologie benigne sono meno studiate (gran parte dei fondi per la ricerca sono devoluti alla ricerca sul cancro) per cui le linee guida scientifiche sono carenti e il margine di opinabilta’ del chirurgo e’ piu’ elevato;
Per quanto riguarda l’emorroidi, direi che il punto fondamentale e’ la diagnosi dell’origine sanguinamento, che e’ il principale sintomo. La presenza di emorroidi che possono avere sanguinato, non esclude la possibilita’ che il sangue provenga da lesioni concomitanti situate piu’ a monte, magari con gravita’ maggiore.
Una volta accertata la diagnosi, la decisione deve essere concordata fra paziente e chirurgo, tenendo conto che:
• a volte i disturbi sono causati o aggravati da un difficile transito (stipsi) che va curato prima di prendere in considerazione un intervento;
• la risposta a una terapia medica corretta e’ spesso efficace;
• in fase iniziale si possono fare trattamenti ambulatoriali (es. legature elastiche);
• l’intervento radicale e’ poco rischioso anche per soggetti anziani o con comorbidita’ (anestesia locale e/o periferica) ed e’ meno doloroso rispetto a decenni fa.
Cordialita’
Dott. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia e in Oncologia
Per eventuali contatti diretti, e-mail : piero.gaglia@libero.it