La Peer Education rappresenta uno degli interventi più efficaci nell'ambito dei programmi di salute pubblica realizzati a livello internazionale. La "peer education" nasce come pratica educativa per favorire la diffusione di informazioni ed esperienze in un gruppo di pari. Nata nel mondo anglosassone, tale strategia si sta diffondendo attraverso numerosi progetti nel territorio italiano. Sono molti i campi di applicazione e non per ultimo anche quello nel mondo dello sport. L'attività sportiva rappresenta sempre di più un contesto in grado di contribuire alla crescita positiva e alla maturazione personale dei giovani.
Quando gestito in modo educativo dagli adulti, lo sport rappresenta un contesto in cui si possono apprendere nuove abilità, diventare autonomi e consapevoli delle proprie capacità, mettersi in gioco affrontando difficoltà ed esperienze di competizione, imparare a collaborare con gli altri, a rispettare le regole, ad accettare le decisioni altrui.
La "peer education" applicata al mondo dello sport favorisce la collaborazione tra i ragazzi, il senso di appartenenza al gruppo. Ad oggi i dati dimostrano che nonostante questi aspetti positivi, anche il mondo dello sport necessita di progetti psicosociali volti a limitare i rischi, ad esempio di abbandono e diminuzione della pratica sportiva, rischio già presente in età evolutiva, soprattutto per quanto riguarda le ragazze.
I dati Istat-Coni del 2011 mostrano come nella fascia di età 11-14 anni il 66% dei ragazzi pratichino sport, contro il 48% delle ragazze. Nello sport, alcuni ragazzi abbandonano prima ancora di iniziare una vera carriera atletica: alcuni lasciano una disciplina sportiva per sperimentarne una diversa, altri abbandonano la dimensione agonistica per passare ad attività motorie diversificate e non agonistiche; altri ancora, lasciano lo sport ma con esso qualsiasi attività motoria in genere, e fanno scelte completamente diverse (spesso sedentarie) per il proprio tempo libero.
Conoscere i motivi che spingono i ragazzi ad abbandonare la pratica sportiva può essere utile per chi organizza e gestisce lo sport giovanile, ma anche per coloro che si occupano di politiche legate alla salute.
Lo strumento dell'educazione tra pari si colloca come una risorsa applicativa per poter diminuire il rischio di abbandonano dal mondo dello sport, proprio perché si ritiene che la condivisione e il coinvolgimento empatico tra il gruppo dei pari possa essere una soluzione di diffusione di buone pratiche salutari, a differenza degli effetti che possono generare le regole imposte dagli adulti. Ragazzi che fanno da esempio ad altri ragazzi resta una strategia efficace per informare e diffondere buoni stili di vita.