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Coronavirus: Iss, al via 'rete sentinella' per sorveglianza acque reflue

Milano, 8 lug. (Adnkronos Salute) - Una 'rete sentinella' per controllare la diffusione del coronavirus di Covid-19 attraverso le acque di scarico
Milano, 8 lug. (Adnkronos Salute) - Una 'rete sentinella' per controllare la diffusione del coronavirus di Covid-19 attraverso le acque di scarico delle città. L'Istituto superiore di sanità (Iss) annuncia l'avvio del progetto di sorveglianza epidemiologica di Sars-CoV-2 'Sari' (Sorveglianza ambientale reflue in Italia), che "potrà fornire indicazioni utili sull'andamento epidemico - spiegano dall'Istituto - e sull'allerta precoce di focolai nelle prossime fasi dell'emergenza".
Il progetto Iss, condiviso con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, coinvolge Snpa (Sistema nazionale protezione ambiente), Asl, Istituti zooprofilattici, università e centri di ricerca, e attraverso Utilitalia oltre 50 gestori del servizio idrico integrato. Si parte a luglio da alcune località turistiche.
I campioni di acque reflue prelevati prima dell'ingresso nei depuratori dei centri urbani possono essere utilizzati come 'spia' di circolazione del virus nella popolazione, sottolinea l'Iss ricordando che le prime analisi hanno già consentito di rilevare Rna di Sars-CoV-2 in diverse aree d'Italia nel corso dell'epidemia. Non solo: grazie a indagini retrospettive su campioni di archivio, è stato possibile rivelare la circolazione del nuovo coronavirus in alcune zone del Nord in periodi antecedenti la notifica dei primi casi di Covid-19.
Il programma di lavoro si articola in due fasi. La prima, su base volontaria e autofinanziata dai partecipanti il progetto, prenderà il via già da questo mese e sarà focalizzata su una rete pilota di siti prioritari, come le località turistiche. La seconda fase, attivabile da ottobre sulla base delle risorse disponibili, prevede invece una rete di sorveglianza estesa a livello nazionale, focalizzata sugli aggregati urbani, con la possibilità di realizzare anche monitoraggi flessibili e capillari (per esempio in quartieri cittadini o in siti di depurazione di aeroporti), funzionali alle necessità di prevenzione sanitaria delle diverse aree territoriali, in base agli scenari epidemiologici che si verranno a definire.
Le analisi svolte da tutte le strutture seguiranno un protocollo condiviso messo a punto dall'Istituto superiore di sanità, verso il quale confluiranno con metodi armonizzati i dati raccolti sul territorio. L'Iss potrà inoltre svolgere approfondimenti analitici e curerà l'aggiornamento e l'elaborazione dati su piattaforma Gis (Sistema informativo geografico) per la condivisione con le autorità sanitarie centrali e regionali.
"Gli studi italiani hanno dimostrato l'importanza di costruire una rete capillare di sorveglianza in grado di restituire in tempo quasi reale la fotografia dell'andamento dei contagi nei contesti regionali e locali, evidenziando come questo approccio può anticipare la conoscenza sui luoghi di circolazione del virus nel nostro Paese", dichiara Luca Lucentini, direttore del reparto Qualità dell'acqua e Salute dell'Iss. Giuseppina La Rosa, che insieme a Lucia Bonadonna coordina il progetto, evidenzia come l'approccio di sorveglianza ambientale avviato in Italia si stia "definendo in molti Paesi". E "anche la Commissione europea sta guardando con particolare interesse al nostro modello, in quanto basato su metodi sensibili e specifici".
"Stiamo lavorando con molte Regioni per attivare la fase pilota e valutare se questo approccio può fornire contributi a supporto delle fondamentali informazioni della sorveglianza integrata, microbiologica ed epidemiologica in corso, soprattutto nel periodo autunnale che resta una fase cruciale nell'evoluzione del possibile scenario epidemico", afferma Francesca Russo del Coordinamento interregionale di Prevenzione. "L'impegno del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente nel progetto sarà fondamentale - aggiunge Giuseppe Bortone che coordina l'area Ambiente e Salute del Snpa - Siamo già impegnati in diversi territori con campionamenti e monitoraggi che stanno contribuendo a approfondire le conoscenze sul rapporto tra Sars-CoV-2 e ambiente, sia per le acque reflue che per le altre matrici ambientali, per avere sempre più un quadro completo ed esaustivo".
"Oltre al costante impegno che non è mai mancato da parte delle utilities durante l'emergenza Covid per garantire continuità dei servizi ai cittadini - precisa Tania Tellini, coordinatrice delle attività del settore Acqua di Utilitalia - ora 50 gestori del servizio idrico integrato hanno deciso di aderire" volontariamente "a un progetto che consentirà di valorizzare le competenze tecniche da loro acquisite in questi anni, nonché di confermare il valore etico e territoriale delle utilities verso le comunità servite. Il servizio idrico integrato gioca un ruolo chiave non solo nella gestione di un bene fondamentale come l'acqua, ma anche nella salvaguardia della salute dei cittadini attraverso studi epidemiologici come Sari. La costituzione di questa rete di sorveglianza è un progetto partito dal basso che se, come ci auguriamo, diventerà più strutturale, potrà dimostrare quanto il servizio idrico integrato rappresenti ormai una delle spine dorsali del Paese e della salute pubblica".
Ultimo aggiornamento: 08 Luglio 2020
5 minuti di lettura

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