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Sanità: 2,6 mln bimbi muoiono al parto o in ultimi mesi gravidanza, piano Oms

Milano, 3 set. (Adnkronos Salute) - Muoiono durante il parto o negli ultimi 3 mesi di gravidanza. E' il destino che accomuna circa 2,6 milioni di
Milano, 3 set. (Adnkronos Salute) - Muoiono durante il parto o negli ultimi 3 mesi di gravidanza. E' il destino che accomuna circa 2,6 milioni di bambini nel mondo. Mentre il 45% delle morti infantili è associata alla denutrizione. Troppe innocenti vittime, e molte di queste morti - fino all'80% - sarebbero prevenibili, ammonisce l'Organizzazione mondiale della sanità che lancia il piano d'azione 2020-2025 (#EveryNewborn Action Plan), una road map dei passi da compiere per arrivare a porre fine ai decessi evitabili entro il 2030. E' stato stimato che 3 milioni di vite - di madri, neonati e piccoli che nascono morti - potrebbero essere salvate ogni anno con una copertura universale delle cure di qualità.
Per avvicinarsi al traguardo finale è necessario che il 90% delle donne incinte riceva 4 o più visite prenatali, che il 90% delle nascite avvenga alla presenza di professionisti sanitari qualificati, che l'80% delle mamme e dei neonati riceva tutte le cure postnatali di routine entro due giorni dalla venuta al mondo dei piccoli. E infine che l'80% dei Paesi abbia un piano nazionale di implementazione, in vista di questa importante missione fissata al 2030. Il Piano d'azione Every Newborn propone le azioni strategiche di cui c'è bisogno e soluzioni basate sull'evidenza scientifica e definisce un percorso a tappe a livello mondiale e nazionale da mettere in campo da qui al 2025.
Gli ultimi 30 anni, ragionano gli esperti, hanno visto notevoli progressi nella sopravvivenza dei bambini e nella salute dei neonati in tutte le regioni del mondo. Il tasso di mortalità neonatale globale è diminuito di oltre la metà tra il 1990 e il 2018, passando da 37 a 18 decessi ogni 1000 nati vivi. Tuttavia, rimane un fatto che il rischio di morire è più alto nel periodo intorno alla nascita e nel primo mese di vita. Le morti neonatali sono praticamente 7mila al giorno, rappresentano il 47% di tutta la mortalità infantile sotto i 5 anni (sono state oltre 2,5 milioni nel 2018). Il 98% della mortalità neonatale si verifica nei Paesi a basso e medio reddito, il 78% nell'Africa subsahariana e in Asia.
Inoltre, 1,3 milioni di neonati sopravvivono ogni anno con gravi disabilità, la maggior parte prevenibili. Quella richiesta dall'Oms è una corsa contro il tempo. Si stima che entro il 2030 si verificheranno circa 140 milioni di nascite all'anno. Al ritmo di progresso attuale, 26 milioni di neonati moriranno entro il 2030. Sulla base delle tendenze attuali, un numero uguale di famiglie sperimenterà la nascita di un bimbo morto. "Attraverso la definizione delle priorità strategiche, possiamo cambiare questa situazione", incalza l'Oms. "Sistemi sanitari di alta qualità potrebbero prevenire ogni anno 1 milione di morti neonatali e la metà di tutte le morti materne". Gli elementi necessari per fornire cure di qualità a mamme e bambini vanno dalla disponibilità di medicinali alla pratica di trattamenti basati sull'evidenza, dalle adeguate infrastrutture all'igiene.
"Viene richiesto uno sforzo intenso" per operare appieno la trasformazione necessaria e avere un potente impatto positivo sulla salute e sulle opportunità di vita delle generazioni future. Nel 2014, 194 Stati membri della 67esima Assemblea mondiale della sanità hanno approvato il piano d'azione. Al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità è stato chiesto di monitorare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi e del traguardo finale, e di riferire periodicamente sulla situazione fino al 2030. L'invito che viene rinnovato oggi è a "muoversi più velocemente" per cancellare una volta per tutte le morti neonatali prevenibili o i decessi alla nascita che si possono evitare.
"I servizi essenziali, compresa l'assistenza sanitaria materna e neonatale di alta qualità - incalza l'Oms - devono essere sostenuti e ulteriormente rafforzati per resistere a shock come la pandemia di Covid-19, al fine di proteggere la vita e la salute di donne e bambini e compiere progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile".
Ultimo aggiornamento: 03 Settembre 2020
4 minuti di lettura

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