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nevrite

Dall’estate del 2008 insorgenza di dolore urente prevalentemente a livello dell’avambraccio dx, estesosi successivamente alla mano, al braccio e alla regione scapolare dx, ad andamento ingravescente nei mesi successivi. Dall’Aprile 2009 comparsa di deficit stenico prossimale all’arto superiore dx, specie in estensione ed abduzione, con iniziale ipotrofia tricipitale. A causa del dolore insopportabile veniva prescritto LYRICA 75 due volte al giorno con scarsa efficacia. Alla RM cervicale riscontro di piccola ernia discale C5-C6 obliterante lo spazio epidurale e protrusione discale C6-C7. All’EMG (marzo 2009) non si evidenziavano segni di sofferenza radicolare cervicale a dx. Nei mesi successivi progressione del deficit stenico prossimale e comparsa di deficit di motilità della mano (specie estensoria, anche delle dita) associata a riduzione della sensibilità tattile al lato ulnare della mano. Eseguivo rivalutazione EMG (nel Luglio 2009) con riscontro di severo danno neurogeno in territorio C7 a dx. Con diagnosi differenziale veniva diagnosticata sindrome di PARSONAGE TURNER con prescrizione di tanta fisioterapia e vitamina B12, che non fermarono il decorso della malattia. Dai primi mesi del 2010 progressiva comparsa di edema diffuso all’arto superiore dx, parzialmente regredito in seguito a trattamento di linfodrenaggio. In data 28/04/10 si riscontrava alla valutazione ENGrafica marcata alterazione a dx a carico del nervo mediano, radiale e ulnare, con probabili blocchi di conduzione a carico del nervo ulnare dx. Si confutava la diagnosi di Parsonage Turner nel sospetto di CIDP focale. Venivo quindi ricoverata nel reparto neurologico per effettuare tentativo terapeutico con IgG e.v.All’arto superiore dx: marcato deficit stenico nell’abduzione del braccio, nella flessione e soprattutto nell’estensione dell’avambraccio. Marcata deficit della flessione dorsale della mano e, in misura minore, della flessione palmare. Modesto deficit flessorio e marcato deficit estensorio delle dita della mano, con pinza compromessa. Deficit di abduzione delle dita. Areflessia OT diffusa. Ipoestesia avambraccio e mano, con anestesia tattile in territorio ulnare. Restante obiettività neurologica nei limiti della norma. Durante la degenza sono stati effettuati numerosi accertamenti, compreso esame del liquor, risultati tutti nella norma e risonanza del plesso brachiale così refertata: non alterazioni del segnale a carattere patologico nella sede anatomica del plesso brachiale. Collateralmente si segnala versamento articolare scapolo-omerale e nella guaina del capo lungo del bicipite. Il trattamento con IgG e.v. a distanza di due mesi ha dato scarso risultato. Verrà ripetuto a distanza di due mesi.Sono disperata! Potete aiutarmi? Avete una cura più efficace da consigliarmi o sospettate una diagnosi diversa? Aiutatemi! Grazie.
Risposta del medico
Dr. Massimo Barrella
Dr. Massimo Barrella
Specialista in Neurologia
Gentile Signora, complessivamente mi sembra che il comportamento clinico dei colleghi che l'hanno in cura sia corretto. L'entità del danno, il coinvolgimento di più tronchi nervosi, l'amiotrofia che segue a distanza di tempo un attacco doloroso localizzato, la presenza di segni di demielinizzazione dei nervi all'esame EMG, l'assenza di lesioni meccaniche del rachide cervicale che giustifichino la topografia delle lesioni, ect, mi sembrano tuti elementi che portano indiscutibilimente verso una forma di nevrite infiammatoria. Che poi si chiami amiotrofia nevralgica di Parsonage Turner o Chronic Idiopatic Demyelinizing Polineuropathy localizzata, non ha molta importanza. Anche la negatività dell'esame liquorale non è in controsto con la diagnosi, perchè non sempre si riscontra positiva, oppure può negativizzarsi nel corso della malattia, oppure semplicemente non sono state compiute tutte le analisi liquorali del caso. Quello che mi sembra importante, semmai, è la scarsa risposta terapeutica. Ci sono diversi presidi terapeutici utilizzati in questo tipo di malattie, che vanno dalle IG e.v. multiclonali, alla plasmaferesi, ai cortisonici, fino agli immunosoppressori di varia potenza e origine. Credo di non avere niente da insegnare ai miei colleghi: sicuramente quello che non hanno già fatto lo faranno, oppure lo hanno scartato per quelche motivo valido che Lei non conosce o non mi ha riferito. Abbia fiducia!
Risposto il: 05 Luglio 2010