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Ho 55 anni e sono reduce da una degenza in terapia

Ho 55 anni e sono reduce da una degenza in terapia intensiva in UTC, perchè alcuni giorni addietro mi sono recata al Pronto soccorso della mia città perchè avevo uno strano malessere generale con leggeri dolorini al petto .Io sono ipertesa, prendo da 15 anni un beta-bloccante ed ho il colesterolo proprio ai limiti(qualche mese fa l'indice di rischio era 3,9) ma la pressione in quei giorni era appena più alta del normale. Dopo il controllo con ben tre ECG al Pronto soccorso, sono stata portata in UTC perchè l'ECG non era buono; mi hanno monitorata tre giorni,mi hanno fatto prelievi e cure adeguate. Gli enzimi erano buoni, anche dopo. I dolorini sono durati fino all'indomani e io stavo benino, ma gli ECG mi hanno detto che continuavano a non essere buoni nonostante i farmaci.Dopo tre giorni sono stata portata in sala e l'indomani mi è stata consigliata una coronarografia. Dai miei è stata chiesta motivazione ed è stato detto che persisteva un sottoslivellamento del punto ST. Io, per paura della coronarografia, al momento ho messo firma e sono andata via ma devo vedere sul da farsi. Tornando a casa, mi è venuto il ciclo che mancava dal mese di maggio(5 mesi), per cui pensavo di essere ormai in menopausa. Sto prendendo betabloccanti,pillole per l'aritmia che non avverto quasi più, ed aspirina + protettori gastrici + pillola contro il colesterolo. Domando: L'arrivo dopo tanti mesi di questo ciclo potrebbe aver causato il tutto, peggiorando una sistuazione di ipertensione tenuta prima discretamente a controllo? E dopo potrebbe migliorare da sola la situazione? Che cosa mi si consiglia di fare?
Risposta del medico
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La storia è quella di una “angina instabile” in un soggetto a rischio ( donna in età menopausale, ipertesa, con colesterolo aumentato) con alterazioni elettrocardiografiche tipiche di ischemia ( = sottolivellamento del tratto ST), ma con negatività dei marcatori di “danno miocardico” ( i cosiddetti “enzimi”). Sussistono indicazioni per adire direttamente alla coronagrafia; è anche ragionevole un atteggiamento più “conservativo” – visto che la situazione clinica risulta “stabilizzata” - e cioè fare un test provocativo di ischemia ( cioè una prova da sforzo o un eco-stress) e sottoporsi alla coronarografia in caso tale esame inducesse ischemia malgrado la terapia medica in atto.
Risposto il: 16 Ottobre 2008