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Raggi x

In questo articolo:
Radiazioni elettromagnetiche usati in medicina per la diagnostica e la radioterapia. In dosi modeste, permettono di studiare gli organi e i tessuti e di individuare eventuali patologie; in dosi elevate possono essere utilizzati anche a scopo terapeutico.
 

Come funzionano i Raggi X?

L'esame con i raggi X utilizza raggi a elevata energia in grado di attraversare certi tessuti del corpo per ricavarne delle immagini, da utilizzare per la diagnosi e per la terapia. L'apparecchiatura utilizzata è formata da un tubo a raggi X, che contiene un paio di elettrodi, o conduttori, chiamati catodo e anodo. Il catodo è un filamento che, quando è attraversato da corrente elettrica, libera energia, in modo simile al funzionamento di una lampadina. L'energia del catodo viene liberata sotto forma di elettroni. L'anodo, situato dalla parte opposta del tubo a raggi X, è un disco di tungsteno, un materiale che attira gli elettroni. Quando gli elettroni liberati dal catodo entrano in contatto con il tungsteno, liberano energia sotto forma di fotoni. Questi fotoni, dotati di elevata energia, sono convogliati in un cilindro di piombo e in una serie di filtri, creando un fascio di raggi X. Il fascio di raggi X è un fascio ad alta energia che può essere assorbito soltanto dai tessuti densi del corpo, come le ossa. Durante l'esame radiografico, si mette una pellicola dietro al paziente, che viene a trovarsi tra la pellicola e la macchina a raggi X. A questo punto la macchina a raggi X invia il fascio di radiazioni su una determinata parte del corpo del paziente. Quando l'energia dei raggi X attraversa il corpo, i fotoni del fascio di radiazioni raggiungono la pellicola e creano un'immagine provocata da una reazione chimica: le zone dove i raggi X hanno attraversato il corpo risultano nere, mentre le zone in cui l'energia è stata assorbita dalle ossa risultano bianche. Questa tecnica determina un'immagine radiografica, comunemente nota come raggi X.
 
Ultimo aggiornamento: 04 Agosto 2016
2 minuti di lettura

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