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Diagnosi e terapie contro la fragilità ossea: la giornata dedicata all'osteoporosi

Diagnosi e terapie contro la fragilità ossea: la giornata dedicata all'osteoporosi

Otto pazienti su dieci dopo una frattura non vengono sottoposti ad alcuna terapia: l'allarme lanciato in occasione della Giornata Mondiale dell'Osteoporosi.
In questo articolo:

“È importante lanciare a livello nazionale e regionale un messaggio coordinato e omogeneo”, afferma Claudio Marcocci, presidente della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), riferendosi alla Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (World Osteoporosis Day), che si svolge oggi, 20 ottobre.

Sul portale worldosteoporosisday.org è possibile conoscere orario e location degli eventi in cartellone nel proprio paese: si spazia dalle conferenze medico-scientifiche all’esecuzione gratuita di esami specifici agli incontri per confrontarsi con i pazienti e le loro famiglie.

Giornata Mondiale dell'Osteoporosi: l'allarme della SIOMMMS

Otto pazienti su dieci, a seguito di una frattura, non vengono sottoposti ad alcuna terapia per evitarne una seconda, e neppure ad accertamenti per valutarne le cause. È questo l’allarme lanciato dalla SIOMMMS in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi. In casi come questi si parla di “fratture a cascata”: un osso rotto equivale al 90% di probabilità di rompersene un altro e, infatti, il 50% delle persone con frattura da fragilità ne subisce un’altra nell’arco di sei/otto mesi. La SIOMMMS suggerisce di “focalizzarsi su diagnosi e terapie consone, che sono in grado ridurre il pericolo di fratture fino al 70%, abbattendo anche il rischio di mortalità, che si attesta al 20-24% nel primo anno seguente alla prima frattura”.

Da queste considerazioni prende vita il tema della campagna “Stop alle fratture” per sensibilizzare gli italiani sul problema dell’osteoporosi. In quest’ottica sono previsti una serie di appuntamenti, nonché la possibilità di effettuare in qualsiasi momento un test online dagli esiti immediati per ottenere la valutazione del proprio rischio di frattura, ricevendo raccomandazioni e indicazioni utili.

Prevenzione, dunque, perché, come recita la campagna dell’International Osteoporosis Foundation, “le fratture da fragilità non sono incidenti”. Così, garantiscono gli esperti, attraverso un’identificazione tempestiva “è possibile venire inseriti in un corretto percorso diagnostico terapeutico assistenziale”.

Le fratture di femore da osteoporosi

La fragilità ossea rappresenta la forma più grave di osteoporosi, che in Italia determina, ogni anno, 250mila fratture di femore. Il trauma non è soltanto di carattere fisico ma comporta delle conseguenze, tutt’altro che banali, anche per la psiche di chi soffre e per i familiari, riducendo ulteriormente la qualità della vita: dalla depressione (nei casi più gravi) al dolore cronico fino alla ridotta capacità motoria.

Occorre ricordare che nell’arco di dieci anni il numero assoluto di fratture di femore da osteoporosi nel nostro paese ha registrato un incremento del 36% nel sesso maschile e del 27% in quello femminile. Nel dettaglio, se nel maschio, nella maggior parte dei casi (circa 65-70%), è provocata ad esempio da utilizzo di farmaci, altre patologie che provocano perdita di massa ossea oppure da abuso di alcol, nella donna la causa basilare dell’osteoporosi è connessa al deficit estrogenico in seguito alla menopausa.

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Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre 2019
3 minuti di lettura

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