E' possibile sostenere che negli anni 1975 (prima che venisse evidenziato il virus HCV) una preliminare visita medica sui donatori sarebbe stata necessaria e sufficiente, insieme con un test sulle transaminasi, per escludere, anche all'epoca, alcuni soggetti potenzialmente portatori di
Epatite (non importa se di tipo A, B, o non A non B)? Il Ministero della salute, in una causa che conosco, si difende sostenendo che non era possibile accertare la presenza dello
HCV, ma credo che questo fatto poco rilevi, visto che il trasfuso ha contratto comunque un epatite (pur se di tipo C) a causa di donatori non "testati" dai sanitari dell'ospedale (mercenari presenti sul posto). Inoltre, non era dovere del Ministero, secondo Voi, visto anche il dettato della Costituzione, controllare (e non solo con regolamenti, obblighi etc.) che non avvenissero simili "incidenti"? Mi interessa la Vs opinione, visto che la Corte di Appello di Roma ha posto un argine al risarcimento del danno biologico, a secondo dell'epoca della
Trasfusione (per l'HCV dal 1988 in avanti). La cassazione, che esaminerà sul punto vari pareri medici, non si è ancora pronunciata ... Cosa ne pensate? Grazie, un Vs lettore.