Gentilisima Redazione di Tuttocuore.it e Gentili Professori, mi chiamo Marco ed abito in provincia di Grosseto. Ho 33 anni, sono alto 192 cm e peso 85 kg. Sono portatore di aritmia extrasistolica (classe prima di Lown) e crisi di tachicardia parossistica atriale. L'
Ecocardiogramma effettuati confermano un prolasso della mitrale non complicato. Nel mese di Marzo presso la Clinica San Rocco di Ome (Brescia), sono stato sottoposto a studio elettrofisiologico che a portato ad induzione di tachicardia da rientro nodale tipo slow fast. Si è dovuto quindi procedere ad ablazione con radio frequenza di via lenta con buon risultato,con la tachicardia non più inducibile da rientro allo studio elettrofisiologico di controllo. La procedura si è svolta senza complicanze e con una buona mobilizzazione. Ad oggi, a circa 2 mesi dall'intervento ho avvertito 2 tachicardie con frequenza di 120/145 battiti al minuto. L'esame Holter di controllo effettuato nei giorni succesivi,riporta le seguenti conclusioni: "Ritmo sinusale interrotto da sporadici sveb (22 sopraventricolari). Episodi di tachicardia sinusale correlati a sforzo. Trend nei limiti. Battiti 120618 (normale 120436,atipico 143). Frequenza media 83 battiti al minuto(freq.minima 51, freq.massima 172). Ventricolari VEB 4, CPT 69." Le domande alle quali Cortesemente chiedo risposta sono: 1) Continuo ad avvertire extrasistoli che mi rendono
Ansia, panico e nervoso. Le extrasistoli sono pericolose? 2) Cosa sono gli "sveb" e che disturbi possono causare; 3) Per ridurre i sintomi legati all'extrasistolia la
Terapia che mi è stata indicata è il betabloccante Sequacor 1,25 da assumere con 1 capsula al mattino. Essendo contrario a questo tipo di farmaco, posso evitare la sua assunzione? il betabloccante in questione è realmente indicato alla risoluzione dell'extrasistolia? In attesa della Vostre risposte, porgo Cordiali Saluti. Marco B.