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Esperto Risponde

il nesso c'è

Buongiorno.Mio fratello, di 45 anni, ha avuto nel 2007 un'emorragia cerebrale. Questo il certificato medico alla dimissione:Il paziente è stato recentemente da noi ricoverato per emorragia talamica Dx con emiparesi Sn in ipertensione arteriosa severa con iniziale cardiopatia ipertensiva.L’ipertensione si era dimostrata resistente al trattamento e si era reso necessario l’impiego di più farmaci a dose piena. Il deficit neurologico è ora quasi totalmente risolto. Anche i valori tensivi appaiono meglio controllati e sembra opportuno ridurre il numero di farmaci in uso, iniziando dalla sospensione del Catapresan. Per evitare effetto “rimbalzo” passerei a Ctapresan TTS1 per una settimana, quindi sospendere. Può essere sospeda anche la Seleparina.Mantiene Triatec 10 mg alle 16; Cardura 2 mg x 2; Norvasc 10 mg (in luogo dell’Adalat); Lobivon 5 mg 1 c x 2; Aldactone 100 mg; Esidrex ½ c alle 16; continua anche l’inibitore di pompa protonica e il gardenale.Controllo attento dei valori tensivi per eventuale aggiustamento terapeutico. Controllo fra una quindicina di giorni di funzione renale, elettroliti ed emocromo; fra un mese TC cerebrale.L'autonomia motoria è ripresa praticamente al completo. L'umore però rimane suscettibile e , nonostante sia sempre stato un pò nervoso, ora non si controlla in presenza di estranei. Esiste un nesso tra questo e la patologia? Può peggiorare? Vi sono rimedi? Vi ringrazio sentitamente e porgo cordiali saluti.
Risposta del medico
Dr. Massimo Barrella
Dr. Massimo Barrella
Specialista in Neurologia
E' stato riportata un'ampia letteratura sul nesso tra eventi ischemici gravi (ictus,infarto) e "viraggi di carattere" dei soggetti colpiti. In parte c'è sicuramente un forte elemento psico-emotivo reattivo di fronte alla sensazione di morte imminente (grossolanamente, la reazione di chi "l'ha scampata"), in parte si discute, nel caso dell'ictus, sul ruolo giocato da specifici deficit funzionali cerebrali in esito all'infarto cerebrale. La gestione del problema non è semplice, anche perchè, come nel caso di suo fratello, spesso si tratta di aggiungere ulteriori farmaci ad una posologia già piuttosto complicata. Oggi ci sono diversi istituti, più o meno presenti nel territorio, pubblici e privati, che gestiscono specificamente le problematiche neuroriabilitative del paziente con esiti da ictus. Le posto un link: http://www.xagena.it/news/e-ospedali_it_news/e3a72c791a69f87b05ea7742e04430ed.html. Saluti
Risposto il: 02 Aprile 2011