Ischemia inducibile

Il cuore è una pompa muscolare che distribuisce il sangue e le sostanze in esso contenute (il carburante per far funzionare tutti i nostri organi) a tutto il corpo. Se facciamo degli sforzi, i muscoli impegnati consumano più energia ed hanno bisogno di più “carburante”, in conseguenza aumenta anche il lavoro del cuore. Il muscolo cardiaco viene anche’esso alimentato da sangue che gli arriva attraverso dei vasi che decorrono sulla sua superficie e che si chiamano arterie coronarie. Tali vasi possono andare incontro a fenomeni degenerativi (aterosclerosi) che ne restringono il lume rendendo difficile (e limitato quindi) il passaggio di sangue al loro interno. Quando il nostro organismo compie uno sforzo ed aumenta le sue richieste di sangue, questo si ripercuote sul cuore che pure deve aumentare le sue richieste di sangue. Il vaso malato può far fronte alle richieste della zona di cuore da lui irrorata fino ad un certo punto, poi il restringimento del lume vasale finirà per limitare le possibilità di rifornimento di sangue al muscolo di cardiaco che andrà in sofferenza (ischemia = mancanza di sangue) la cui manifestazione più semplice e comune è la comparsa di un dolore costrittivo al petto. Questa è l’ischemia inducibile… con lo sforzo. Naturalmente ho piuttosto semplificato la spiegazione. Esistono numerose terapie per curare questa malattia e che fondamentalmente tendono a riequilibrare il rapporto tra lavoro esterno (del corpo) e lavoro cardiaco, ad es. dilatando la coronaria malata o riducendo il lavoro cardiaco rispetto al lavoro del corpo. Non entro in maggiori dettagli sull’argomento poiché terapie di questo tipo devono certamente essere gestite sotto sorveglianza medica.