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Esperto Risponde

Quale evoluzione prognostica ?

Buongiorno, desidero sottoporvi un caso molto grave di un paziente di 67 anni, affetto da malattia non meglio precisata del motoneurone (non SLA), ricoverato 25 giorni fà a causa del decadimento fisico e un forte stato di debolezza agli arti. Fino al giorno del ricovero ha guidato, sbrigato piccole faccende domestiche e condotto una vita quasi normale. Dopo una settimana di degenza, è stato colpito da forte febbre e subito dopo è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva, a causa di insufficienza respiratoria. Da quel momento è stato intubato, cosciente e così è rimasto fino a quando hanno deciso di sedarlo poichè ha tentato più volte di stubarsi. Con le mani ed i piedi legati ha trascorso alcuni giorni in attesa di una probabile tracheotomia. Il sopraggiungere di una polmonite e altre infezioni come candidosi, vie biliari ecc lo stanno portando, a detta dei medici, alla morte e ci danno poche speranze. Siamo disperati nel veder consumare un uomo forte, disperati nel vederlo soffrire in questo modo ed increduli nel constatare come sia cambiato il suo stato di salute proprio in un reparto ospedaliero. Vi prego, abbiamo bisogno di spiegazioni che non abbiamo mai avute nonostante de domande fatte ai medici. Possiamo portarlo via di lì e, se sì, ci sono centri che possano accoglierlo in queste condizioni disperate? Vi ringrazio fin d'ora se potrete aiutarmi in tal senso.
Risposta del medico
Dr. Claudio Rosco
Dr. Claudio Rosco
Specialista in Anestesia e rianimazione

Gentile Signora/e, comprendo totalmente lo sconforto e la difficoltà a farsi una ragione di un caso tanto grave. Dalle notizie frammentate ma significative che fornite si comprende come alla già severa malattia iniziale si siano aggiunte numerose e gravi complicanze che fanno effettivamente dubitare dell'esito di questo caso; peraltro qualunque valutazione per un caso così complesso e grave presuporrebbe perlomeno di poter consultare la cartella clinica e parlare con i Rianimatori curanti. E' certo però che quanto accade, dopo il ricovero in Terapia Intensiva, di complicanze e aggravamenti ben difficilmente dipende da responsabilità dei curanti e molto più facilmente dipende dal presentarsi spontaneo di ulteriori patologie e/o dall'aggravarsi malgrado le terapie, ad oggi possibili, dello stato clinico generale. I medici delle Terapie Intensive oggi per pratica professionale e per preparazione culturale rappresentano quanto di più ardito la medicina possa mettere a disposizione dei pazienti. Questo purtroppo però non significa sicuri miglioramenti clinici. Resto comunque a disposizione per ogni eventualità. Corialità e auguri

Risposto il: 08 Maggio 2012