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Esperto Risponde

Senso di oppressione al petto: ansia o patologia respiratoria?

Gentile dottore, sono una ragazza di 20 anni, peso 70 chili circa e sono alta 178 cm. Non soffro di particolari patologie e in generale godo di buona salute, da qualche mese non pratico più sport perchè frequento l'università e passo la maggior parte del tempo a studiare. Circa 3 settimane fa ho avuto quello che definirei un raffreddore particolarmente forte accompagnato da tosse catarrosa e senso di malessere (ma senza febbre). Dopo aver fatto l'aerosol con fluibron e clenil una notte mi sono recata al pronto soccorso: sentivo dolore al petto (non forte), senso di oppressione, fatica nel respirare, brividi e tremori. Al pronto soccorso mi è stato fatto: ECG, misurazione della pressione, lastra al torace e tutto è risultato a posto se non per una "piccola stria diventilatoria fibrotica in sede infraclaveare destra con lieve inspessimento della pleura omolaterale" dovuto ad una polmonite (a quanto hanno detto i dottori), broncopolmonite che effettivamente ho avuto all'età di 4 anni ma non di recente come hanno ipotizzato i medici.
Mi sono recata da uno pneumologo che mi ha prescritto iniezioni di rocefin, che tuttavia non ho fatto in quanto sconsigliate dal mio medico di base. Il mio medico di base mi ha invece prescritto inizialmente clenil compsitum per aerosol e in seguito ha ipotizzato che i miei sintomi fossero tutti legati ad uno stato ansioso tanto da prescrivermi il lexotan (10 gocce al giorno), che sto prendendo da circa una settimana.
Non essendo convinta della diagnosi mi sono fatta prescrivere altri esami: una spirometria (che ancora devo fare) e un emocromo per controllare i valori di ferro e magnesio. I sintomi che sento da quando sono andata in pronto soccorso sono: senso di malessere diffuso (non saprei spiegare bene la sensazione, ma non mi sento in piene forze), debolezza durante tutto il corso della giornata (anche se in alcuni giorni si attenua fino a scomparire), e poi prevalentemente verso sera comincio a sentire un senso di oppressione al petto, mi sembra di avere qualcosa che mi schiacci cuore e polmoni e mi impedisca di incamerare abbastanza aria, dolori non forti che durano qualche minuto (vanno e vengono) e colpiscono le braccia, la schiena, il torace. Il senso di oppressione lo sento prevalentemente da seduta e da sdraiata mentre in piedi non lo sento praticamente. Inoltre in queste due settimane ci sono stati due episodi in cui mi sono sentita particolarmente male nel pomeriggio: debolezza, senso di nausea, malessere e poi ho cominciato ad avere brividi molto forti, quasi scosse, tuttavia dopo 15/20 minuti i sintomi scompaiono e sto di nuovo bene. Non mi sembra di essere in periodo di particolare ansia o stress anche se tra poco inizierà la sessione estiva che forse potrebbe crearmi qualche ansia (anche se non credo) e soprattutto sono sintomi che non ho mai avuto. Ieri sono andata in erboristeria per cercare una "cura" alternativa al lexotan, mi hanno dato della melissa composta ma ieri notte sono stata costretta a prendere lo stesso il lexotan perchè i sintomi si sono ripresentati e dopo averlo preso ho sentito un grande rilassamento muscolare ma allo stesso tempo come mi accade spesso quando mi corico, è come se sentissi di non avere il controllo sul mio cuore, come se perdesse dei battiti anche se effettivamente il battito è regolare. Vorrei sapere se questi sintomi siano effettivamente riconducibili all'ansia o se sia meglio fare altre analisi e soprattutto in caso d'ansia cosa potrei fare per migliorare la situazione. Grazie in anticipo.
Risposta del medico
Gentile signorina,
    in casi come il suo spesso l'ansia è una diagnosi da esclusione,vale a dire che la si prende in considerazione quando sono state escluse altre patologie.
Da quanto riferisce sono stati effettuati alcuni accertamenti con esito negativo, ma altri sono in attesa e probabilmente altri ancora saranno necessari. Se l'assunzione di Lexotan le fornisce un certo stato di benessere può essere utile, in via provvisoria, proseguire per un breve periodo, ma indubbiamente la sua situazione va, a parer mio, approfondita.
Le consiglierei di parlarne ancora con il suo medico di famiglia al fine di valutare assieme gli ulteriri passi da compiere.
     Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
Risposto il: 03 Maggio 2016