Roma, 21 gen. (AdnKronos Salute) - C'è attesa nel 'pianeta farmacia' sull'esito della seduta delle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori pubblici del Senato sul Ddl 989 di conversione del Decreto semplificazioni, che domani dovrebbe arrivare all'Aula. Diversi sono gli emendamenti presentati in questi giorni di interesse per le farmacie (dal 9.0.11 al 9.0.21). "Le tematiche sono di fatto quelle anticipate sui paletti al capitale e liberalizzazione della fascia C", ricorda 'Farmacista 33', ma alcuni emendamenti sarebbero stati ritirati, tra cui quello relativo agli orari (9.0.20, prima firma Sileri, M5S), che mirava a riscrivere la modifica che era stata introdotta con la legge Concorrenza (comma 165, articolo 1, legge 124/2017).
Ritirato anche l'emendamento 9.0.16 (a prima firma Di Piazza, M5S) su "titolarità e gestione della farmacia": si tratta di una delle varie proposte per riservare ai farmacisti la maggioranza (51%) di quote e diritti di voto nelle società che detengono farmacie. Sul tema sono per ora in tutto quattro gli emendamenti: 9.0.11 (prima firma Errani, Leu), 9.0.12 (De Bonis, Misto), 9.0.17 (prima firma Fregolent, Lega), 9.0.18 (Errani). Quello a prima firma Fregolent, di espressione della maggioranza, stabilisce per le società titolari di farmacia che "i soci, rappresentanti almeno il 51% del capitale sociale e dei diritti di voto, devono essere farmacisti iscritti all'albo o società interamente detenute da farmacisti iscritti all'albo. Il venir meno di tale condizione costituisce causa di scioglimento della società, salvo che la società non abbia provveduto a ristabilire la prevalenza dei soci farmacisti professionisti nel termine perentorio di sei mesi".
C'è poi l'emendamento 9.0.19, (prima firma Patuanelli, M5S), che prevede il vincolo di "non più del 10% delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma" anche per le "società di capitali e delle società cooperative a responsabilità limitata, costituite anteriormente alla data di entrata in vigore del presente provvedimento", con l'obbligo di adeguarsi entro trentasei mesi dall'entrata in vigore della norma.
Ritirato anche l'emendamento 9.0.16 (a prima firma Di Piazza, M5S) su "titolarità e gestione della farmacia": si tratta di una delle varie proposte per riservare ai farmacisti la maggioranza (51%) di quote e diritti di voto nelle società che detengono farmacie. Sul tema sono per ora in tutto quattro gli emendamenti: 9.0.11 (prima firma Errani, Leu), 9.0.12 (De Bonis, Misto), 9.0.17 (prima firma Fregolent, Lega), 9.0.18 (Errani). Quello a prima firma Fregolent, di espressione della maggioranza, stabilisce per le società titolari di farmacia che "i soci, rappresentanti almeno il 51% del capitale sociale e dei diritti di voto, devono essere farmacisti iscritti all'albo o società interamente detenute da farmacisti iscritti all'albo. Il venir meno di tale condizione costituisce causa di scioglimento della società, salvo che la società non abbia provveduto a ristabilire la prevalenza dei soci farmacisti professionisti nel termine perentorio di sei mesi".
C'è poi l'emendamento 9.0.19, (prima firma Patuanelli, M5S), che prevede il vincolo di "non più del 10% delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma" anche per le "società di capitali e delle società cooperative a responsabilità limitata, costituite anteriormente alla data di entrata in vigore del presente provvedimento", con l'obbligo di adeguarsi entro trentasei mesi dall'entrata in vigore della norma.
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2019
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