Per una sanità che funzioni bisogna abbassare i livelli di stress lavoro correlato
65 mila lavoratori tra medici, infermieri e personale sanitario di 19 tra Asl e ospedali si sono sottoposti ad un 'esperimento' della Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie pubbliche, durato 4 anni. Obiettivo dello studio, migliorare l’ambiente lavorativo e verificare cosa accade riducendo i livelli di stress lavoro-correlato. Ebbene è emerso che far lavorare i dipendenti in un clima più favorevole fa scendere la soglia di 'stressati' sotto il 10% e le assenze per malattia si riducono del 30%.
Un risultato importante se si pensa che la Sindrome da stress correlato al lavoro costa alle economie dei Paesi dell’Unione Europea circa 20 miliardi di euro l’anno, tra calo della produttività e aumento delle giornate di malattia. Per l’esperimento a cui si fa riferimento si è partiti da un check-list di eventi sentinella del rischio di Stress lavoro-correlato, si è rilevato il livello di benessere psicologico in un campione dei dipendenti delle 19 aziende sanitarie e si è cercato di capire dove e come intervenire.
A influenzare maggiormente lo stato di benessere sul lavoro sono:
- i valori legati alle capacità lavorative
- la chiarezza del proprio ruolo
- la capacità di fronteggiare gli eventi avversi
- la soddisfazione lavorativa in genere
- la condivisione degli obiettivi
- il senso di comunità.
Fattori di disagio lavorativo sono invece i carichi di lavoro eccessivi, i trasferimenti o cambi di mansione e i problemi di conciliazione lavoro-famiglia.
Ecco allora che per le donne che lavorano in sanità la maternità può diventare un fattore di Stress lavoro-correlato, che colpisce una gestante su due a causa delle difficoltà nella ricollocazione lavorativa dopo la maternità e delle tensioni che a volte si creano con i colleghi.
A loro volta stressati perché in oltre il 60% dei casi le lavoratrici che vanno in maternità in Asl e ospedali pubblici non vengono sostituite. Molte le soluzioni messe in campo dalle varie Asl coinvolte, soluzioni che ora vanno condivise così da combattere a tutto campo lo stress lavoro-correlato che è causa anche di molti errori clinici.
Ma il discorso fatto sinora sulla Sanità può essere esteso anche ad altri ambiti lavorativi. Calcolando, infatti, che ogni anno, secondo i dati Inps, i giorni persi per motivi di salute sono cento milioni, applicare questo metodo significherebbe un recupero pari a 30 milioni di giornate lavoro, per un valore totale pari a circa 3 miliardi di euro da reinvestire in qualità dei servizi.
Per non parlare poi della salute: una condizione di stress cronico può arrivare ad incidere sul nostro sistema immunitario, bersagliato da messaggi che non riesce a decifrare.