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attacchi di panico e rischi cardiaci correlati

Gentile Dottore,soffro di attacchi di panico, mi hanno sempre detto che a parte lo spavento sulla salute fisica non si ripercuotevano, ma....Gli attacchi di panico danneggiano il cuore ________________________________________ clicMedicina -redazione@clicmedicina.it Gli attacchi di panico rappresentano un pericolo anche per il cuore. In particolare sembra che gli attacchi di panico siano connessi ad un aumento del rischio di coronaropatie ed infarti nei soggetti più giovani. E’ quanto affermano alcuni ricercatori in un articolo pubblicato su Eur Heart J. 2008 di dicembre AChi soffre di attacchi di panico ha un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache o di avere un attacco cardiaco; il rischio è più alto se gli episodi di panico sono cominciati in giovane età. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista European Heart Journal. Lo studio ha coinvolto un numero consistente di volontari, circa quattrocentomila, di età inferiore ai 50 anni. "Non ci sono molte informazioni circa i legami tra gli attacchi di panico o i forti disturbi d'ansia e il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. Per questo motivo abbiamo disegnato uno studio così specifico e che prevedesse un campione così ampio", ha dichiarato Kate Walters, autrice dello studio. "I dati raccolti ci confermano quanto sospettavamo e cioè che i soggetti, anche se giovani, che hanno disturbi d'ansia e attacchi di panico hanno un rischio cardiaco maggiore della media. Sulle basi molecolari di questo legame possiamo fare delle ipotesi", continua Walters. I soggetti che sono colpiti in tenera età da disturbi di questo tipo sono pazienti che finiscono per sviluppare comorbilità con alcuni disturbi che genericamente si dicono psicosomatici e che spesso sono dei processi infiammatori molto forti che si possono tradurre per esempio in dermatiti, difficoltà respiratorie, talvolta allergie. Queste reazioni modificano i preziosi equilibri intracellulari e, in particolare, tendono a influenzare la salute del sistema respiratorio e circolatorio; per questo motivo il cuore diventa un organo a rischio in questi pazienti", si legge nelle conclusioni dello studio. Fonte: Walters K et al. Panic disorder and risk of new onset coronary heart disease, acute myocardial infarction, and cardiac mortality: cohort study using the general practice research database. European Heart Journal 2008 29 (24):2981-2988. doi:10.1093/eurheartj/ehn477 Le donne che soffrono di attacchi di panico presentano un più alto rischio cardiovascolare e di morte Le donne in postmenopausa, che presentano almeno un attacco di panico sono a più alto rischio di malattia cardiaca, ictus e morte. La ricerca ha riguardato 3.369 donne, di età compresa tra 51 ed 83 anni, che hanno riferito, mediante un questionario, del presentarsi di attacchi di panico nei 6 mesi precedenti. L’attacco di panico vero era definito come un’improvvisa paura, associata ad almeno 4 sintomi tra cui: palpitazioni irregolari, sudorazione, vampate di calore, brividi, capogiri e sensazioni di morte. Un attacco di panico limitato era rappresentato da paura associata a altri sintomi ( 1-3 ). Il periodo osservazionale medio è stato di 5,3 anni. E’ stato osservato che gli attacchi di panico veri erano associati ad un rischio 4 volte maggiore di malattia cardiaca, 2 volte maggiore di ictus, e ad un aumento del 75% di rischio di morte per ogni causa, rispetto alle donne che non avevano sofferto di attacchi di panico. Nelle donne con atttacchi di panico limitati, il rischio di malattia cardiaca era più alto del 65%, il rischio di ictus più che raddoppiato, e la mortalità per tutte le cause aumentata del 34%. ( Xagena_2007 ) Fonte: Archives of General Psiychiatry, 2007Cosa ne pensa? Grazie
Risposta del medico
Dr.ssa Silvia Garozzo
Dr.ssa Silvia Garozzo
Specialista in Psicologia clinica e Psicologia e Psicoterapia
Beh, direi che lo studio mi sembra fatto molto bene e non fatico a credere ai risultati così ottenuti. Non siamo fatti a compartimenti stagni, la psiche e il soma si influenzano a vicenda in continuazione. Questo studio conferma la necessità di curarsi e di farlo bene.
Risposto il: 20 Aprile 2009