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L’ESPERTO RISPONDE

Esito esame esofagogastroduodenoscopico

Buongiorno dottori, sono un uomo di 51 anni ed esattamente 10 anni fa mi fu diagnosticata una displasia allo stomaco ed una gastrite cronica. Fino ad allora ero fumatore. Smisi proprio a causa di questo. Feci una cura di 2 pasticche al giorno per due mesi di gastroprotettore e agli esami successivi la displasia era scomparsa ma rimase la gastrite. Da allora prendo quotidianamente una pastiglia di gastro protettore e una per l'ipertensione. Tre mesi fa mi è capitato di leggere una locandina che informava sulla pericolosità per gravi effetti collaterali del lansoprazolo. Decisi di andare dal mio medico di famiglia per chiedere chiarimenti ed egli mi prescrisse una gastroscopia con biopsia per vedere le condizioni dopo 10 anni e se era ancora il caso di continuare la cura.

Oggi ho ritirato gli esiti sia della gastroscopia sia della biopsia che mostrerò al mio dottore. Ma volevo avere anche un vostro parere sia sulle mie condizioni gastriche sia sulla necessità o meno di continuare ad assumere gastroprottetori. Riporto gli esiti in ordine cronologico di esami fatti: Gastroscopia, referto: "Non lesioni a carico della mucosa esofagea, cardias continente ma con evidenti segni di impegno intracardiale della mucosa fundica. Mucosa gastrica di colorito ed aspetto plicare normale. Mucosa antrale lievemente atrofica con chiazze lievemente iperemiche. Biopsie. Mucosa del bulbo e del duodeno di aspetto endoscopico normale fino alla III porzione Conclusioni: Gastropatia antrale in corso di tipizzazione istologica. Nerd. ------- Biopsia bx stomaco, diagnosi: Frammenti di mucosa gastrica di tipo antrale con qualche linfocita in lamina propria. Non evidenza di colonie batteriche compatibili con il genere Helicobacter Pylori. È superfluo aggiungere che non ci ho capito un bel niente... Vi ringrazio in anticipo per una vostra risposta. Cordiali saluti.

Risposta del medico
Specialista in Gastroenterologia e Ecografia

Direi che la situazione pare migliorata rispetto a 10 anni fa. La terapia farmacologica in atto potrebbe essere gradualmente ridotta ma tenendo conto della sintomatologia, delle condizioni cliniche, e sempre a giudizio del medico curante.

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