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Esperto Risponde

Fequenti otiti: posso praticare sport all'aria aperta?

Sono un uomo di 38 anni, ho frequentato la piscina dai 22 ai 31 anni, conseguendo un livello tecnico ed atletico piuttosto soddisfacente, ma ho dovuto interrompere la mia carriera natatoria a causa di una forte intolleranza al cloro e, in particolare, frequenti otiti, prima soltanto esterne, e poi anche catarrali, scatenate proprio dalla mia continua esposizione al cloro. Oggi nuoto soltanto al mare e, quando ho tempo libero, mi dedico molto ad altre attività sportive quali bici in montagna e corsa campestre.

Purtroppo, però, ho la netta percezione che la resistenza del mio apparato uditivo al freddo e agenti patogeni presenti nel muco si sia notevolmente ridotta. L’obiettivo di questo mio messaggio è quello di trovare qualcuno che possa aiutarmi a capire come possa fare per continuare a praticare sport all’aria aperta e quali sono i limiti che non dovrei superare. In quanto segue cercherò di dare una esposizione esauriente del mio quadro clinico. Le otiti esterne e medie che mi hanno colpito negli ultimi 2 o 3 anni della mia attività natatoria (circa 7 anni fa) sono state trattate con antibiotico rulid e, eventualmente, insufflazioni endotimpaniche.

A seguito di ciò, ho smesso di frequentare le piscine, ho (quasi) sempre avuto un certo occhio di riguardo ad un buona copertura delle orecchie quando le temperature erano particolarmente basse e sono sopravvissuto senza nuove infezioni per ben 5 anni. Durante questo periodo, sono andato a vivere a Dublino fino a settembre 2017, mese in cui sono tornato in Italia. A Dublino per due anni ho intensamente usato la bicicletta per ogni genere di spostamento e sotto a ogni genere di intemperia (acqua, neve e temperare prossime allo zero), sempre avendo la cura di indossare una fascia protettiva per le orecchie.

A queste mie avventure non è seguito nessun problema di salute a (apparente?) conferma che i miei problemi con l’apparato uditivo si fossero pressoché estinti a patto di evitare sempre piscina e freddo diretto alle orecchie. Tuttavia un giorno del 2016 non ho indossato la fascia protettiva in uno dei miei tanti spostamenti in bicicletta nella fredda Dublino, una otite esterna si è sviluppata ed è stata trattata dai medici locali a modo loro: Augmentin 500 mg. Successivamente mi è stato spiegato che, sebbene la terapia avesse funzionato, il farmaco era sottodosato e, conseguentemente, avrebbe potuto favorire fenomeni di antibiotico-resistenza.

Passati circa 6 mesi da questo episodio (dicembre 2017), mi ritrovavo a camminare per strada con temperature molto basse, un leggero formicolio ad uno dei due orecchi si è poi trasformato in una otite esterna e media, ancora una volta trattata con augmentin 500mg. La successiva ricaduta si è presentata a primavera 2018, questa volta in Italia, dove mi sono (definitivamente?) trasferito.

Dopo una corsa di 10 km e una fortissima e prolungata rinite (circa 2 settimane), di cui non escludo una natura di tipo allergica, un ovattamento delle orecchie mi ha fatto capire che ero di nuovo nei guai. L’otite catarrale in questione, diagnosticata sia dal medico di basse che dall’otorino, prima è sembrata retrocedere soltanto con l’ausilio di spray che favorissero lo svuotamento dell’orecchio medio , ma si è ripresentata a distanza di circa un mese, periodo in cui mi sono intensamente dedicato sia a corsa campestre che ciclismo in montagna. Ho appena finito terapia antibiotica di sei giorni con rulid 150, a breve mi sottoporrò un ciclo di insufflazioni endotimpaniche, accompagnate anche da qualche bracciata al mare.

Nell’ultima visita otorino-laringoiatra mi è stata diagnosticata, oltre la suddetta infezione, una ipertrofia dei turbinati. Accertamenti su miei probabili problemi di natura allergica sono in corso, probabilmente a breve sarò sottoposto a un intervento per la rimozione dei turbinati via laser.

L’impressione è che queste infezioni, o per dritto o per rovescio, trovino sempre il modo di vincere le mie precauzioni e che , gradualmente, mi sto avviando verso uno stato di salute che non mi consentirà più di praticare sport all’aria aperta.

Tra i miei buoni propositi c’è quello di effettuare almeno 1 ciclo di insufflazioni endotimpaniche per anno. Gradirei che qualche medico di questo sito possa darmi qualche altro utile suggerimento al fine di scongiurare che quanto temo accada davvero.

Cordiali saluti

Risposta del medico
Specialista in Chirurgia odontostomatologica

Gentile Paziente,

quando una patologia si presenta come "ricorrente", come nel caso dell'Otite Media Acuta Ricorrente (OMAR), spesso c’è qualcosa nel terreno, cioè nel distretto anatomico in cui la patologia “ricorre” ad attirare l’agente eziologico, che invece è innocuo per gli altri componenti della famiglia e addirittura, se monolaterale, spesso anche per l’altro l’orecchio. In questi casi è spesso in gioco una disfunzione tubarica, cioè un cattivo funzionamento di quel tubicino (tuba o Tromba di Eustachio) che porta aria all’orecchio medio e ne drena le secrezioni. La tuba passa a pochi millimetri dall'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), e per attivarla quando andiamo in montagna o in aereo, muoviamo la bocca o deglutiamo. Chi ha problemi di occlusione dentaria può (sottolineo PUO') a volte presentare un conflitto tra il condilo mandibolare e la tuba che interferisce con il suo corretto funzionamento, e sostiene, a cascata, le problematiche che dalla disfunzione tubarica dipendono, e che vanno da un po’ di cerume in più (sintomo spesso incompreso) all’OMAR. Altre volte il condilo mandibolare è in rapporto traumatico anche con il Condotto Uditivo Esterno, e l’irritazione che vi genera favorisce l’insorgenza delle Otiti Esterne Qualche ragguaglio in più sui rapporti fra ATM e orecchio può trovarlo visitando il mio sito internet. Forse, a lato del trattamento farmacologico dell'episodio acuto, che dà un beneficio immediato ma non evita le ricadute, nei casi di Otiti Ricorrenti sarebbe il caso di valutare anche l’eventuale presenza di problematiche strutturali e occlusali-ortodontiche.

Per questo, oltre ad approfondire le problematiche di specifica pertinenza otorinolaringoiatrica, le suggerisco di consultare anche un dentista –gnatologo esperto in problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare, e soprattutto nei rapporti fra ATM e Orecchio: non tutti i dentisti amano coltivare questa sottospecialità.

Cordiali saluti ed auguri

Risposto il: 08 Agosto 2018