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Esperto Risponde

Gentilissimi dottori nel 1998 in seguito ad

gentilissimi dottori nel 1998 in seguito ad episodi di ipoglicemia con ricovero ho scoperto di avere un fegato notevolmente ingrossato con AST e ALT otto volte il normale. Mi sono rivolto sia ad un reparto di diabetologia e disfunzioni metaboliche che a quello di gastroenterologia. In seguito ad una serie lunghissima di esami, sono state escluse sia epatiti di origine autoimmuni che dislipidemie e/o sindrome metabolica e diabete. Inoltre non c'era traccia, e non c'è tuttora, di virus, ne B ne C ne D. Ho eseguito biopsia al fegato con il seguente risultato: "frustoli bioptici caratterizzati da severa e diffusa steatosi macrovescicolare, associata a caripatia vacuolare ed isolati focolai di necrosi epatocitolitica intralobulare. Lieve e focale portite inattiva. Scarsa fibrosi portale. Il reperto orienta per la diagnosi di "steatoepatite non alcolica"." La mia domanda è la seguente: Cosa vuol dire tutto ciò? perche mi hanno detto che devo stare tranquillo e che non c'è nessuna cura? quest'anno grazie a degli amici studenti in medicina ho trovato dei lavori scientifici pubblicati su riviste accreditate americane in cui la NASH veniva trattata con antiossidanti quali: glutatione ridotto, Vit.A, Vit. C, Vit. E, Trimetilglicina(TMG), betaina, silimarina, con risultati a volte apprezzabili. Perchè non mi sono stati proposti? Inoltre vorrei sapere come faccio a sapere se la mia steatoepatite non progredisce verso la fibrosi e poi verso la cirrosi? dovrei fare una altra biopsia, visto che AST e ALT permangono sempre 2-3 volte il normale? grazie.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
La steatoepatite non alcolica è una malattia che va tenuta sotto controllo ed eventualmente curata, anche con farmaci, se è il caso. Esistono infatti numerosi farmaci utilizzabili in tale sindrome, anche se in verità non sono stati ancora validati da sperimentazioni cliniche metodologicamente corrette. Tuttavia alcuni di questi farmaci sono relativamente innocui e già utilizzati per altre condizioni patologiche nelle quali se ne è potuto verificare il loro eventule potenziale di rischio. Non c’è modo di stabilire se la sua NASH progredisca verso la cirrosi, se non attraverso biopsia a distanza di anni (decenni).
Risposto il: 25 Ottobre 2006