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Esperto Risponde

i sintomi da lei elencati non sembrano riferirsi alla protesi

Storia di PatriziaLa mia è una storia clinica molto particolare e spero meriti attenzione.Mi chiamo Patrizia, ho 51 anni, al’età di 25, in stato di gravidanza, mi è stata riscontrata una forma cancerosa alla mammella SX. In un unico intervento clinico è nata mia figlia, con un cesareo, ed ho subito la mastectomia totale SX con svuotamento ascellare di ghiandole linfatiche.Ho fatto 6 mesi di chemioterapia e ho assunto Tamoxifene per circa 10 anni.Sono rimasta senza seno per 7 anni.A 32 anni ho deciso di fare la ricostruzione mammaria in chirurgia plastica a Verona.L’intervento si è rilevato impegnativo perché è stato necessario “creare” ex novo uno spazio per la capsula laddove per anni la pelle era tesa. L’operazione è perfettamente riuscita e ho vissuto con la protesi per 123 anni.I problemi sono arrivati 2 anni e mezzo fa. Ho iniziato a percepire un senso di oppressione che poi è diventato dolore sotto la protesi. Sono seguite ricerche cliniche ad ampio spettro: gastroscopia, controlli cardi logici e polmonari. Ovviamente RMA al seno per valutare la condizione della capsula: non era rotta; presumibilmente vecchia e forse poteva aver dato origine ad aderenze che procuravano il dolore., quindi era opportuno rinnovarla.Un anno fa sono ritornata a Verona per cambiare la capsula protesica sperando così di risolvere il problema ed eliminare i sintomi dolorosi.Già nei primi giorni post-operatori capivo che qualcosa non andava. Ho fatto ecografie mammarie e nuove altre ricerche perché il dolore si era ripresentato accompagnato da altri sintomi quali: forte percezione del battito cardiaco, formicolio e senso di freddo alla mano a al piede SX con, a volte, lieve tremore, nausea, senso di “testa vuota” incapacità di concentrazione prolungata.Mi sono rivolta ad un importante medico di Pavia c/o la Fondazione Augeri, che ha diagnosticato una “sindrome degli scaleni” o “stretto toracico” a causa di errata postura della parte SX del corpo.Ho fatto 5 mesi di fisioterapia. E’ passato il dolore ma tutti gli altri sintomi sono addirittura peggiorati.Dopo ulteriore visita cardi logica non si evincono problemi. Prendo comunque dei betabloccanti, l’Atenololo 25 mg/die per attenuare il senso di battito. Non sta servendo a nulla. L’unico farmaco che mi aiuta è lo Xanox che assumo quando i sintomi diventano insopportabili.Solo durante la notte nel sonno (indotto da sonnifero,, Minias) riesco a riposare e staccare la spina dallo stato iper-adrenalinico nel quale mi ritrovo.A chi mi posso rivolgere? Ad un neurologo? Ad un neurochirurgo? E’ un problema di sistema nervoso? Nel qual caso potrebbe essere risolvibile? O di colonna cervicale? O di tiroide iperfunzionante? O ancora: c’è la possibilità che la protesi sia causa di tutto e debba essere tolta?Arriverei a fare anche questo pur di stare bene.
Risposta del medico
Dr. Vincenzo Monaco
Dr. Vincenzo Monaco
Specialista in Chirurgia plastica‚ ricostruttiva ed estetica
Salve, Patrizia. Effettuare una diagnosi senza un esame specialistico è davvero difficile, specie in un caso delicato come il suo. In linea generale, non sono daccordo con l’uso di protesi mammarie post-mastectomia, soprattutto se la paziente (non so se è il suo caso) si è sottoposta in seguito a radioterapia. Per queste pazienti occorre assolutamente realizzare ricostruzioni mammarie con tessuti autologhi, mediante l'utilizzo di lembi pedicolati o con l'ausilio della microchirurgia. In tal modo si può essere certi di non incorrere in nessun tipo di problema di rigetto della protesi nel medio e lungo termine. Detto questo, e indipendentemente dalle scelte effettuate dal suo chirurgo in passato, posso affermare che i sintomi da lei elencati non sembrano riferirsi alla protesi. Pertanto consiglio una visita con un neurologo in gamba, dal momento che già altri specialisti (per esempio il cardiologo) sono intervenuti senza riscontrare nessuna patologia associata. Non scarterei tra l’altro l’endocrinologo, perchè sarebbe interesante valutare la funzionalità della ghiandola tiroidea. Rispondendo alla sua ultima domanda, posso affermare che se la RMN non ha evidenziato nessun problema, alterazione, piega o rottura protesica, non ha senso in effetti rimuovere ora l'impianto. Nella eventualita che lei invece si decida in tal senso, sconsiglierei comunque il re-impianto con protesi di silicone o salina, per le ragioni già esposte.
Risposto il: 27 Giugno 2010