Gentile dottore,
da quanto ci è dato capire il paziente si è recato dall’MMG il quale, a sua volta, ha disposto il ricovero in ambulatorio chirurgico. A seguito dell’intervento e dell’esame istologico è emersa una neoplasia.
In linea di principio, tenuto conto della normativa vigente e del codice deontologico, è il medico che è a diretto contatto con il paziente a dover fornire a questi tutte le informazioni, anche in ordine ai risultati ottenuti a seguito di specifici esami.
Nel caso proposto e stando a quanto si evince dalla mail, tanto l’MMG che il chirurgo, unici soggetti ad avere avuto un rapporto diretto con il paziente, avrebbero dovuto contattare quest’ultimo per informarlo in merito alle risultanze dell’esame.
Si consideri, tra l’altro, che i rapporti fra medici che hanno in cura uno stesso paziente, uno in quanto medico generico, l’altro per ragioni di specializzazione, sono espressamente regolamentati, dall’art.58 del codice deontologico, in un’ottica di continua “collaborazione”.
Pertanto, deve ravvisarsi una negligenza sia in capo al chirurgo che non si sia attivato per conoscere e comunicare i risultati dell’analisi istologica che all’MMG, per le medesime ragioni.
Non va esente da responsabilità, tuttavia, nemmeno l’anatomopatologo che, a prescindere dall’inesistenza di rapporti diretti con il paziente, avrebbe avuto l’onere di avvertire immediatamente l’ambulatorio chirurgico sui risultati delle analisi, tenuto conto della gravità del caso.
A cura di
Avv. Giustino Sisto
Avv. Lidia Crudele