Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
decorazione 1
decorazione 2
decorazione 3
decorazione 4
decorazione 5
decorazione 6
circle
circle
Esperto Risponde

prognosi e aspettative

Buongiorno,nel 2002, all'età di vent'anni, ho avuto la mia prima ed unica crisi epilettica, diagnosticata come piccolo male. Ora sono in cura, prima con il depakin, ora con il Keppra. Gli esami del sangue riportano tutti valori nella norma, mentre l'esito dell'elettroencefalogramma, come mi ha spiegato il medico, non riporta segni di epilessia ma riporta solo delle imperfezioni che definisce normali che anche una persona perfettamente sana potrebbe avere...Premetto che vivo sempre nel terrore di una presunta crisi ed al minimo mal di testa entro nel panico ed alla proposta del medico di interrompere la terapia la mia risposta è stata no...Volevo chiederVi secondo Voi cosa dovrei fare? ed un domani se volessi avere un figlio, posso o comporterà dei danni al bimbo? c'è la possibilità che erediti la mia malattia?Ringrazio anticipatamentecordiali salutiKlara
Risposta del medico
Dr. Massimo Barrella
Dr. Massimo Barrella
Specialista in Neurologia
Cara Signora, la letteratura scientifica accumulata negli ultimi 50 anni attribuisce all'evento di unica crisi di piccolo male un valore prognostico (cioè di aspettativa di recidiva e/o peggioramento) molto buono. In altri termini, penso che, tecnicamente, il suo medico abbia ragione. Capisco tuttavia le sue remore: l'idea, giovane com'è, di ripiombare nell'incubo di un'epilessia è molto penosa. Però consideri anche che la farmacodipendenza dalle terapie per l'epilessia è di per sè un fattore gravoso per l'esistenza. Prima di tutto, proprio in occasione della gravidanza, il fatto di essere in terapia con antiepilettici è un problema, che spesso vede molti ginecologi tirarsi indietro (ho avuto diverse esperienze dirette su questo problema). Il mi consiglio è quello di intraprendere una strada di dismissione graduale e controllata dalla terapia, preferibilmente sotto la guida di un neurologo affiancato ad uno psicologo. Saluti
Risposto il: 02 Dicembre 2010