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Sono un medico specializzando in radiologia,

Sono un medico specializzando in radiologia, presso l'università di mi permetto di rubare qualche attimo del vostro tempo prezioso e se vi è possibile darmi qualche consiglio. Recentemente (28/10/2005) improvvisamente a mia mamma è insorta una fibrillazione atriale, non nota. Ricoverata in ospedale ha effettuato queste indagini: ECOCARDIOGRAFIA: CONCLUSIONI: stenosi mitralica con lembi fibrotici; gradiente medio= 4-5mmHg; associato a rigurgito di grado lieve. Alterazioni fibrotiche delle cuspidi aortiche, con ridotta escursione sistolica e gradiente medio 10mmhg; rigurgit associato di grado 2+. Normali dimensioni del bulbo aortico. Insufficienza tricuspidale moderato-severa secondaria a retrazione fibrotica marginale dei lembi; PaPs derivata a 35 mmHg. Normali dimensioni cavitarie e spessori parietali del Ventricolo sinistro. Indici di Funzione sistolica globale ai limiti inferiori di norma. Dilatazione di grado moderato-severa dell'Atrio di sx; indici di funzione sistolica globale ai limiti inferiori di norma. Lieve dilatazione del ventricolo destro, con normale cinesi parietale. Moderata dilatazione dell'atrio destro. In data 07/11/2005: sottoposta a cardioversione elettrica esterna, con ripristino immediato del ritmo sinusale. Dimessa con terapia anticoagulante, amiodarone, ace-inibitore. Dopo pochi giorni l'aritmia è ricomparsa, con importante affatticamento fisico. Se vi è possibile vorrei qualche consiglio su eventuali iter terapeutici. Grazie fin da ora, Rossella.
Risposta del medico
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Cara collega, tua madre è affetta da una valvulopatia mitralica di tipo steno-insufficienza lieve associata ad insufficienza tricuspidalica e lieve ipertensione polmonare, insufficienza aortica lieve. L’atriomegalia (non sono descritti area e volume) è una delle conseguenze della valvulopatia mitralica e purtroppo il ripristino del ritmo sinusale, dopo cardioversione elettrica o farmacologica) è sempre a rischio di recidiva di FA proprio per la presenza dell’aumento delle dimensioni degli atri. Il trattamento anticoagulante è obbligatorio per gli evidenti rischi cardioembolici cerebrali. La terapia con amiodarone non sembre essere stata efficace nel prevenire le recidive. Le possibilità terapeutiche sono:
  1. Impiego di farmaci della classe 1C come la flecainide fino a 100 mg x 2 monitorizzando la funzione ventricolare sx per i possibili effetti inotropo negativi.
  2. Cardioversione elettrica con ablazione della fibrillazione atriale del substrato ed isolamento delle vene polmonari (trattamento complesso da eseguire in Centro di alta specialità aritmologica).
  3. Lasciarla in fibrillazione atriale cronica controllando la frequenza cardiaca con digitale o B bloccanti (NON CONSIGLIATA).
  4. Associare i diuretici (fusoreside o torasemide) necessari a ridurre il post-carico ed il ritorno venoso.
  5. Valutare la possibilità di una strategia chirurgica considerata la giovane età della paziente.
Risposto il: 05 Dicembre 2005