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Esperto Risponde

Affidarsi ad un cardiologo

salve, sono una studentessa di scienze motorie e sportive...il mio ragazzo presenta un prolasso della mitrale, congenito che in quest'ultimo periodo gli ha portato eventi abbastanza importanti. sono una studentessa, figlia di medici con qualche rudimento di fisiologia... conosco le mie possibilità, ma so anche che purtroppo il mio corso di laurea non mi dà grandi possibilità di credibilità.
il mio ragazzo presenta episodi di tachicardia ultimamente più frequenti, di cui il più importante del 1 aprile lo ha sicuramente spaventato. non so come interagire con lui a livello emozionale e "professionale". ha assunto composti comprati in erboristeria a base di tiroxina e guaranà, per il capriccio di voler dimagrire. purtroppo ho notato che molte persone hanno bisogno di sicurezze che si presentano sotto forma di lauree o specializzazioni altisonanti, rispetto di protocolli o quant'altro, ma non si rendono conto che magari due semplici parole del cuore possono far più di un farmaco. ha soli 30 anni, e mi spaventa che come lui ci sono molti giovani che risentono di patologie cardiache congenite o meno. vorrei avere una mano da un "esperto". Sono Consapevole che la medicina non è matematica, e il medico non intercede miracoli se il paziente non è pronto.
Risposta del medico
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Il prolasso della valvola mitrale non è di solito una patologia, se non si associa a rigurgito della valvola stessa. Se il rigurgito non c’è, e le altre strutture cardiache sono normali basta controllare il ragazzo con un’ecocardiogramma biennale, e consigliare l’assunzione dell’antibiotico per la profilassi dell’endocardite batterica prima di chirurgia odontoiatrica. I preparati di “erboristeria”, soprattutto quelli diretti all’ottenimento del dimagrimento, vanno assolutamente aboliti, L’assunzione di tiroxina, in dosaggi non controllabili potrebbe causare un distiroidismo, e forse le “tachicardie “ di cui mi parla potrebbero dipendere da questo. In generale studierei le tachicardie con un ecg Holter delle 24 ore ed eventualmente con una prova da sforzo, dopo ovviamente aver controllato la tiroide (prelievo per TSH). Se le tachicardie sono “sostenute”, ovvero durano alcuni minuti potrebbe essere utile uno studio elettrofisiologico transesofageo diagnostico. Si affidi ad un cardiologo.
Risposto il: 13 Aprile 2007