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Esperto Risponde

Catetere vescicale Foley a 3 vie a permanenza con un tappo sulla terza via?

Salve, sono un infermiere professionale e lavoro a tempo indeterminato da più di 20 anni in una Struttura privata di fisioterapia. È nella provincia di Caserta ed è abbastanza conosciuta ed apprezzata. Ok la mia domanda è: Può un catetere vescicale Foley a 3 vie essere lasciato a permanenza con un tappo a permanenza sulla terza via? Mi spiego. Lavoro nel reparto di neurologia. Sono ormai 10 anni da quando ai pazienti cateterizzati che giungono da noi, dopo un percorso ospedaliero, pazienti che portano tutti un catetere Foley a 2 vie, appena possibile, di routine, il 2 vie viene cambiato con uno a 3 vie, per un’eventuale bisogno d’infusione vescicale, cioè per un’eventuale ematuria, muchi ecc. che potrebbero otturare il catetere. Sulla terza via viene messo un tappo a permanenza. Il fatto è che nella terza via, non essendo usata, ma chiusa con un tappo che a volte si sgancia e poi rimesso, perché non è neanche quello giusto, ma più grande, perché è quello della via delle urine, secondo me, potrebbe svilupparsi una flora batterica per ristagno di urine. Giusto? Tutti i pazienti cateterizzati del reparto dove lavoro, chi più e chi meno, hanno continue infezioni vescicali. Devo aggiungere però che da noi, per il cateterismo vescicale, non viene adottata una tecnica sterile ma quella pulita. Questa consiste nel contaminare il catetere il meno possibile, cioè, dopo aver lavato le parti intime del paziente, dopo aver disinfettato il meato uretrale, i guanti vengono cambiati. All’ultimo momento, cioè dopo che la busta del catetere è stata aperta appena dalla parte giusta, per assemblare busta dell’urina e catetere, viene cambiato ancora una volta il guanto della mano dominante, per afferrare il catetere con un guanto nuovo, preso direttamente dal pacco, mentre l’altra mano sfila la busta che contiene il catetere sterile. Quindi si procede all’introduzione stando attenti a non far toccare la parte del catetere, che viene introdotta in vescica, con altre parti del corpo. Lo so, la tecnica sterile è quella che dovrebbe sempre essere effettuata, ma credo che anche una buona tecnica pulita dovrebbe risultare efficace… e il tappo sulla terza via? È efficace? Ebbene, nel mio reparto i medici questo prescrivono: catetere Foley a 3 vie, con tappo delle urine sulla terza via. E poi ricorrono ad antibiotici forti, tipo Merrem, quando il paziente sviluppa difficili infezioni. Quindi ripeto la domanda: : Può un catetere vescicale Foley a 3 vie essere lasciato a permanenza con un tappo a permanenza sulla terza via? Grazie!
Risposta del medico
Specialista in Urologia
Una domanda interessante, ma piuttosto provocatoria ... poiché va a solleticare abitudini e pratiche sedimentate da generazioni di urologi ed infermieri! Nella nostra fomazione ci è stato insegnato che il "lavaggio" estemporaneo del catetere sia una pratica comunque "sporca" ed assai discutibile, da effettuare il meno possibile e sempre solo a giudizio dello specialista. Diamo infatti per scontato che il catetere a dimora sia un oggeto infetto, poiché (nonostante tutte le attenzioni nell'inserimento che lei ha correttamente elencato), specie in un ambiente ospedaliero, esso costituisce una agevolissima autostrada per i batteri. Questo spiega già di per sè l'elevatissimo tasso di infezioni, che colpisce tutte le degenze in cui il cateterismo è più diffuso, a parte le urologie, ovviamente le lungodegenze e le strutture di riabilitazione. Ora, se noi andiamo a schizzare della fisiologica dentro questi cateteri, altro nonfacciamo che sospingere cospicui boli di germi che risiedono nelle pareti interne del catetere verso la vescica. pertanto, in caso di malfunzionamento, parrebbe assai meglio sostituire il catetere sterilmente, piuttosto che schizzare acqua al suo interno! Il catetere cosiddetto "a tre vie" (che poi in effetti solno solo due più il palloncino) è inteso SOLAMENTE per effettuare il lavaggio continuo (cistolùsi) in caso di sanguinamento e solo per il tempo necessrio. Questo accade tipicamente dopo gli interventi sulle basse vie urinarie. In conclusione, ci permettiamo di non condividere - almeno in linea teorica - la pratica che lei ci riferisce abituale nella vostra struttura. A questo punto, le considerazioni sull'utilizzo del "tappo" divantano marginali, poiché non è certamente quello il problema principale.
Risposto il: 22 Marzo 2019