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Esperto Risponde

Cerotto transdermico anticoncezionale

Gentilissimi Dottori, sono una ragazza trentenne e vorrei chiederVi un parere circa la terapia anticoncezionale (cerotto transdermico), che ho ripreso ad applicare in questi giorni, dopo circa 3 anni di interruzione, anche a causa di alcune vicissitudini ospedaliere a seguito di problematiche di natura ginecologica. Vorrei, se permettete, esprimerVi un paio di importanti dubbi: lo farei in maniera sintetica, anche per vostro miglior agio nelle repliche. Stringatamente, quindi, chiederei:

  1. Per quale motivo, tra le aree di applicazione del cerotto anticoncezionale, è esplicitamente proibito il seno o le zone vicine al seno?
  2. Sarebbe consigliato o, viceversa, sconsigliato un utilizzo continuativo del cerotto (oltre le 7 applicazione indicate dalla normale posologia), per esempio per un intero anno – al fine di simulare il blocco dell'ovulazione tipico di una gravidanza per perseguire, nella fattispecie, lo scopo terapeutico di "guarire" o, meglio, “curare” l’endometriosi ed il proliferare delle aderenze della medesima? Se fosse sconsigliato, quali effetti indesiderati potrebbe causare il suddetto trattamento?
  3. In quale misura il cerotto può dare effetti collaterali indesiderati relativamente al fegato? (se il soggetto presentasse valori epatici già lievemente alterati, per eziologie da accertarsi, in tal caso il cerotto curerebbe o, piuttosto, aggraverebbe il problema? potrebbe causare l’insorgere di neoformazioni cancerose?)

Grata per un cortese riscontro, porgo cordiali saluti.

Risposta del medico
Dr. Maurizio Simonelli
Dr. Maurizio Simonelli
Specialista in Ginecologia e ostetricia

Nella zona di applicazione c'è un picco di estrogenizzazione per cui è meglio evitare la zona più sensibile agli estrogeni; la terapia dell'endometriosi è eliminare la mestruazione quindi il cerotto va usato in continua, per un lungo periodo, senza problemi; la via transdermica, come quella vaginale, ha il più basso impatto sul fegato.

Risposto il: 01 Agosto 2017