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Esperto Risponde

Da sforzo

Mi è stata riscontrata un'ischemia da sforzo e sono stato sottoposta ad angioplaspica percutanea ma ogni volta che faccio l'elettrocardiogramma da sforzo (per i controlli) il test risulta positivo che cosa significa?Grazie. Indagine emodinamica (9 novembre 08;50): Coronarografia sinistra: Circolo coronarico di tipo bilanciato. Tronco Comune: normale per calibro e profilo. Arteria discendente anteriore: il terzo prossimale presenta irregolarita; il terzo medio è privo di lesioni significative; il terzo distale presenta irregolarita, una lunga Stenosi maggiore del 75%. Il primo settale presenta irregolarita, una stenosi maggiore del 50% all'origine. L'arteria circonflessa è normale per calibro e profilo. Coronarografia destra: Il terzo prossimale è privo di lesioni significative; il terzo medio presenta irregolarita, una stenosi maggiore del 90%; il terzo distale è privo di lesioni significative. PROCEDURA DI RIVASCOLARIZZAZIONE: La stenosi lunga sull'arteria discendente anteriore è stata superata con una guida da angioplastica da 0.014' sulla quale veniva avanzato un pallone dilatatore 2.5 x 20 mm con il quale si esguivano due predilatazioni alla pressione di 8 atm per un tempo totale di 60 secondi. Successivamente veniva depositato uno stent (Cypher) 2.75 x 28 mm alla pressione di 10 atm. L'Angiografia di controllo mostrava la persistenza di una stenosi subito a valle dello stent con una piccola dissezione intimale, pertanto veniva depositato un secondo stent (Cypher) 2.5 x 18 mm alla pressione di 11 atm. L'angiografia di controllo mostrava la risoluzione della lesione con buon flusso a valle; si segnala la presenza di stenosi subocclusiva all'origine di un ramo settale. La stenosi subocclusiva sulla coronaria destra è stata superata con difficolta con una guida da angioplastica da 0.014' sulla quale si avanzava un pallone dilatatore 2.5 x 20 mm con il quale si eseguivano due predilatazioni alla pressione massima di 9 atm per un tempo totale di 60 secondi. L'angiografia di controllo mostrava la presenza di dissezione intimale al terzo prossimale, pertanto veniva prima posizionato uno stent (Cypher) 2.75 x 33 mm alla pressione di 10 atm al terzo medio-distale e poi un secondo stent (Cypher) 3.G x 18 mm alla pressione di 10 atm sovrapposto con il primo. Il risultato angiogarfico finale veniva ottimizzato con una sovradistensione della porzione prossimale dello stent più prossimale con un pallone a bassa compliance 3.5 x 10 mm dilatato alla pressine di 8 atm per 30 secondi. L'angiografia finale mostrava la risoluzuione della lesione con buon flusso a valle.
NOTE: Procedura eseguita attraverso arteria radiale destra. Già somministrato Clopidogrel 300 mg per os e Flecatdol 500 mg ev.
Reperti emodinamici: Pressione aortica: 135-80 media 98 mmHg
Conclusioni: Malattia coronarica bivasale dell'arteria discendente anteriore e della coronaria destra. Rivascolarizzazione efficace mediante PTCA e STENT dell'arteria discendente anteriore (terzo distale), rivascolarizzazione efficace mediante PTCA e STENT della coronaria destra (terzo prossimale), rivascolarizzazione efficace mediante PTCA e STENT della coronaria destra (terzo medio), rivascolarizzazione efficace mediante PTCA e STENT dell'arteria discendente anteriore (terzo distale).
Indagine emodinamica (10 novembre_ 04:29): Coronarografia sinistra: Circolo coronarico bilanciato. Tronco Comune: normale per calibro e profilo.
Arteria discendente anteriore: il terzo prossimale è privo di lesioni significative; il terzo medio è privo di lesioni significative; il terzo distale (pervietà degli stent precedentemente posizioanti) a valle degli stent presenta irregolarita. Il primo diagonale presenta irregolarita, una stenosi maggiore del 75%. Il secondo settale presenta irregolarita, un'occlusione completa all'origine. L'arteria circonflessa è normale per calibro e profilo.
Coronarografia destra: Il terzo prossimale è privo di lesioni significative (pervietà dello stent
precedentemente posizioanto); il terzo medio è privo di lesioni significative (pervietà dello stent precedentemente posizioanto); il terzo distale presenta irregolarita, un' occlusione completa. PROCEDURA DI RIVASCOLARIZZAZIONE: L'occlusione sulla coronaria destra è stata superata con una guida da angioplastica da 0.014' sulla quale veniva avanzato un pallone dilatatore 2.0 x 15 mm con il qquale si eseguiva una predilatazione alla pressione di 7 atm per 30 secondi. Successivamente si avanzava con difficoltà uno stent (Cypher) 2.5 x 18 mm che veniva depositato sulla lesione alla pressione di 10 atm. L'angiografia di controllo mostrava la ricanalizzazione dell'arteria discendente posteriore destra con buon flusso a valle e risoluzione della stenosi, ma si rilevava dissezione intimale a monte dello stent. Pertanto si tentava di avanzare un nuovo stent, ma nonostante numerosi tentativi con stent di dimensioni diverse non è stato possibile superare il tratto medio-prossinmale del vaso. L'angiografia finale mostrava la pervietà del vaso con buon flusso e invariata la dissezione a monte dello stent più distale e all'origine del ramo postero-laterale. Inoltre risulta visualizzabile completamente per circolo collaterale intercoronarico il secondo ramo settale della coronaria sinistra.
Reperti emodinamici: Pressione aortica: 130-70 media 90 mmHg
Conclusioni: Malattia coronarica monovasale della coronaria destra. Rivascolarizzazione efficace mediante PTCA e STENT della coronaria destra (terzo distale).
Indagine emodinamica (I1 novembre 08:44): Coronarografia sinistra: Circolo coronarico bilanciato. Tronco Comune: normale per calibro e profilo.
L'arteria discendente anteriore è normale per calibro e profilo (pervietà degli stent precedentemente posizionati). Il primo diagonale presenta irregolarita, una stenosi maggiore del 75% all'origine. Il secondo settale presenta irregolarita, un' occlusione completa, il tratto a valle si visualizza incompletamente per circolo collaterale intercoronarico (Rentrop 2). L'arteria circonflessa è normale per calibro e profilo.
Coronarografia destra: Il terzo prossimale è privo di lesioni significative (stent pervio); il terzo medio è privo di lesioni significative (stent pervio); il terzo distale presenta irregolarità (stent pervio), e subito a monte dello stent una piccola dissezione intimale tipo A (piccolo difetto di riempimento senza persistenza di mezzo di contrasto). L'arteria discendente posteriore presenta irregolarita. Un ramo postero laterale presenta un' occlusione completa all'origine, il tratto a valle si visualizza incompletamente per circolo collaterale intercoronarico (Rentrop 2).
Reperti emodinamici: Pressione aortica: 120-80 media 93 mmHg
NOTE: L'accesso arterioso femorale destro è stato chiuso mediante dispositivo per emostasi tipo Perclose AT.
Conclusioni: Assenza di lesioni significative sui principali rami coronarici, occlusione del ramo postero-laterale e del secondo ramo settale; stenosi critica all'origine del primo ramo diagonale. Pervietà degli stent posizionati.
Decorso clinico e conclusioni diagnostiche
Il paziente è stato inviato presso il nostro Istituto in quanto presentava un test da stress positivo per ischemia. L'angiografia coronarica ha dimostrato la presenza di malattia di due rami coronarici (discendente anteriore e coronaria destra) trattate efficacemente con angioplastica e posizionamento di stent. In prima giornata il paziente ha presentato un fenomeno di occlusione subacuta della coronaria destra, trattata con angioplastica efficace. Al termine della procedura si segnala la presenza di una piccola dissezione riaccolata con dilatazioni successive non ostruente il flusso. La coronarografia di controllo eseguita in IIa giornata documenta la pervietà della coronaria destra dove si osservava una piccola dissezione non ostruente il flusso già in buona parte riaccollato.

Risposta del medico
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La persistenza di ischemia al test da sforzo potrebbe dipendere dalla stenosi critica presente sul primo ramo diagonale, riscontrata alla coronarografia e non sottoposta a dilatazione. L’ultimo controllo coronarografico ha infatti dimostrato che le procedure di angioplastica sull’arteria coronaria discendente anteriore e destra hanno avuto un buon esito a distanza.
Se gli operatori non hanno ritenuto opportuno dilatare anche il ramo diagonale, evidentemente quest’ultimo aveva caratteristiche che non lo rendevano idoneo all’angioplastica. Con un’attenta terapia farmacologica comunque l’ischemia da sforzo potrebbe essere adeguatamente controllata.
Risposto il: 22 Marzo 2005