Quando si dice TIA si usa un acronimo che dall'inglese si traduce in "attacco ischemico transitorio".
Il che, per definizione, esclude il fatto che da questo evento possano residuare esiti permanenti.
I disturbi di cui mi parla possono essere invece esito di diversi fenomeni permanenti, come in genere succede alle persone anziane che "collezionano" piccoli infarti cerebrali (l'infarto è quindi una conseguenza lesiva di un ischemia: tra TIA ed infarto cerebrale c'è la stessa relazione che in cardiologia c'è tra angina e infarto miocardico).
Mi chiedo se, giocando a carte, riesca poi a leggere le somme di denaro vinte (gli auguro a tre cifre).
Saluti