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Esperto Risponde

Piastrinopenia e paroxetina

Buongiorno dottori, mio suocero ha subito un'ischemia pontina a novembre 2017. Ha 80 anni. Nella fase del ricovero ospedaliero e della riabilitazione, durate in tutto 4 mesi, ha assunto la paroxetina che lo faceva stare meglio. A novembre scorso ha sospeso la paroxetina, dopo un lungo periodo in cui assumeva il farmaco in modo sempre più diradato, per l'acuirsi della piastrinopenia. Negli ultimi mesi ha un numero di piastrine che si aggirano sulle 70.000. La piastrinopenia è cronica, sin dal 2006, con valori che sono oscillati sempre intorno a 120.000. Da circa un anno il numero si è attestato intorno a 70.000. Non assume farmaci ad eccezione di Triatec (per tenere normale la pressione) e Halcion 250 mg (una compressa prima di andare a dormire). Su indicazione dell'ematologa la paroxetina potrebbe incidere negativamente sulle piastrine. Al posto della paroxetina assume giornalmente una compressa di Griffonia. Ha una brutta depressione. Vorrebbe riprendere la paroxetina. Per la piastrinopenia non assume nullla. La paroxetina è davvero così dannosa? Può essere sostituita dalla Griffonia? Al posto della paroxetina potrebbe assumere un farmaco che migliori il suo umore senza intaccare le piastrine? Grazie

Risposta del medico
Specialista in Psichiatria

Ritengo che uno psichiatra possa fare una corretta diagnosi e prescrivere di conseguenza un farmaco che riduca il rischio di problemi legati alla piastrinopenia. L'integratore citato è un precursore della serotonina quindi lo sconsiglio associato a farmaci antidepressivi serotoninergici. Cordiali saluti. Dr. Emanuele Orlandi

Risposto il: 20 Maggio 2020