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Esperto Risponde

recidiva dopo autotrapianto

Gentile Dott.re,


mi piacerebbe poterle rubare alcuni minuti per poterle esporre la situazione di mio padre e da avere da lei un consiglio su ciò che ancora ci resta da poter fare.



Ad aprile del 2005 all’età di 56 anni, gli è stato diagnosticato un LINFOMA NON HODGKIN A GRANDI CELLULE B DIFFUSO CON VARIANTE IMMUNOBLASTICA. Veniva quindi trattato con 6 cicli (Aprile 2005 – Agosto 2005) di CHOP con associazione di Rituximab. A settembre si è proceduti a restaging della malattia con esame TC e prelievo di midollo. Si presentava persistenza della malattia e a Novembre 2005 si è iniziata la preparazione per l’autotrapianto di cellule staminali. Sono stati effettuati 3 cicli di IEV (Novembre 2005 – Gennaio 2006), con prelievo delle cellule staminali in data 15 Dicembre 2005. Successivamente si è proceduti a condizionamento secondo protocollo BEAM e alla successiva infusione delle cellule (17 Febbraio 2006). Dopo solo due settimane dal Trapianto veniva riscontrata febbre alta costante con range di 37,5 – 38,5 e astenia, inizialmente imputati a una possibile presenza nell’organismo di Citomegalovirus. Ma le analisi non mostravano tale presenza. Si è proceduti nuovamente con esame TC e PET (23 Marzo 2006) e gli esami evidenziavano immagini di persistenza di linfoadenomegalia diffusa. Viene quindi ricoverato per nuova rivalutazione. Si procede a 4 cicli di Mabthera (Aprile 2006). In data 15 Maggio 2006 vengono ripetuti esami TC e PET che riscontrano la seguente situazione:

ESAME PET (15 MAGGIO 2006):
Reperto scintigrafico: L’indagine PET evidenzia numerose aree di iperaccumolo del tracciante a livello delle regioni latero-cervicali, sovra-retroclavicolari ed ascellari bilateralmente, del mediastino superiore, delle regioni ilari di entrambi gli emitoraci, della regione sottocarenale, del lobo inferiore del polmone destro, della regione celiaco-pancreatica, della regione lombo-aortica e delle regioni iliache ed inguinali bilateralmente di entità in parte incrementate rispetto al precedente controllo PET esibito del 27/03/2006 e della regione retrocrurale, del VII segmento epatico (con disomogenea captazione in corrispondenza del restante parenchima) e della cresta iliaca sinistra. Si evidenzia, inoltre, diffuso e disomogeneo incremento della captazione del tracciante a livello splenico. Non si evidenziano aree di significativo iperaccumolo del tracciante a livello dei restanti segmente corporei esaminati.
Conclusioni: Lo studio PET evidenzia patologia ad elevato metabolismo di glucosio a livello delle sedi di iperaccumolo segnalate, compatibile con progressione di malattia rispetto a controllo PET del 27/03/2006.



ESAME TAC (15 MAGGIO 2006):
Normale morfologia e densità delle ghiandole parotidee e sottomandibolari.

Regolari per morfologia e densità le strutture faringee e le componenti muscolo cartilaginee della laringe. Tiroide in sede, di volume normale e densità omogenea.

Presenza di nodulazioni linfonodali a sede sottomandibolari, laterocervicale, sopraclaveare e ascellare del diametro massimo di 25 mm.

Non apprezzabili alterazioni densitometriche da riferire a lesioni polmonari a carattere infiltrativi in atto.

Conservata Pervietà delle principali vie bronchiali.

Tumefazioni linfonodali del diametro massimo di 35 mm si riscontrano a livello di tutte le stazioni ilo-mediastiniche.

Assente versamento pleurico e/o pericardio.

Fegato di volume aumentato, a contorni definiti con rilievo di alcune aree nodulari di ridotta attenuazione tissutale nella piccola ala, nel quinto segmento e nel settimo segmento, a questo ultimo livello di maggiori dimensioni (30 mm circa).

Vie biliari intra ed extra epatiche non dilatate.

Milza megalica di densità disomogenea a contorni definiti.

Pancreas e surreni nei limiti.

Presenza di molteplici tumefazioni linfonodali delle stazioni retrocrurali ilare epatica pracavale, una colata linfomatosa non dissociabile dai vasi liaco-femorali.

Reni in sede, di volume nei limiti, con struttura disomogenea per infiltrati linfomatosi evidenti specie a sinistra, a sede sotto equatoriale; bilateralmente conservata funzionalità escretoria senza rilievo di dilatazioni calico-pieliche.

Vesciche in sede poco distesa, a pareti regolari.

Prostata volumetricamente nei limiti, a contorni definiti, di densità disomogenea con calcificazioni a sede periuretrale.

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Attualmente lamenta fortissimi dolori al basso ventre con fitte e gonfiore dello stesso, e notevole gonfiore di piede e gamba sinistra e leggero accenno di gonfiore anche al lato destro.



Ora è nuovamente ricoverato presso il reparto di ematologia dell’ospedale dove la primaria sta valutando la possibilità di un unico ciclo di IEV che dovrebbe ricominciare a giorni (che ricordo è stato già effettuato in passato senza gli effetti sperati!) e forse la possibilità di un trapianto allogenico da donatore compatibile. Ma sinceramente sembrano solo modi per prendere tempo…che diventa sempre meno e più prezioso. Per una persona che il mese prossimo compie 57 anni ci sembra impossibile accettare l’idea di arrendersi.

La prego di scusarmi per il tempo rubato e per questa email cosi lunga, ma era mia intenzione poterle fornire tutte le informazioni necessarie per una sua possibile valutazione del caso.

Principalmente la scrivo perché a detta dei medici del reparto la situazione non lascia possibilità di ulteriori terapie efficaci per mio padre e sinceramente perché io e la mia famiglia avvertiamo un senso di smarrimento e di arrendevolezza da parte dell’equipe medica.

Grazie.


Risposta del medico
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La terapia più corretta è un regime non cross resistente con IEV (Es. DHAP).
Risposto il: 31 Maggio 2006