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Esperto Risponde

Salve, ho già posto una domanda pochi giorni fa

Salve, ho già posto una domanda pochi giorni fa circa degli episodi di tachicardia che da più di un anno si stanno verificando fin da piccola mi è stato diagnosticato un bav di I grado e un Prolasso della mitrale lieve. gli episodi di tachicardia sono divenuti sempre più frequenti e il mio battito arriva anche a 150 al minuto. l'anno scorso durante un tale episodio mi sono recata al pronto soccorso e la Diagnosi fu tachicardia parossistica sopraventricolare. Ho ieri ho fato un Ecocardiogramma mono e bi-dimensionale e le conclusioni sono state: modico prolasso del lembo mitralico anteriore. il cardiologo non mi ha saputo comunque spiegare da cosa possa dipendere questa tachicardia. mi sento abbandonata. non so più cosa fare. il problema persiste.
Risposta del medico
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La Tachicardia Parossistica Sopraventricolare è una aritmia prevalente nel sesso femminile, spesso non associata ad alterazioni strutturali del cuore, che si manifesta con palpitazioni e talora senso di mancamento. Insorge bruscamente e cessa, spesso spontaneamente, in modo altrettanto brusco. E’ dovuta alla presenza di un “circuito elettrico” (costituito da due vie elettriche anatomicamente e funzionalmente distinte) che consente ad un impulso elettrico di viaggiare in modo circolare sostenendo l’aritmia. Non vi è una relazione tra la sua aritmia e il prolasso della mitrale. La profilassi degli episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare può essere fatta con vari farmaci. La scelta va fatta da parte del cardiologo che terrà conto anche del fatto che lei ha un BAV di I° grado. La terapia radicale è quella dell’ablazione transcatetere di una delle due vie elettriche del circuito (di solito quella lenta). La decisione circa l’ablazione deve essere presa considerando la frequenza e la durata degli episodi, l’entità e la tollerabilità dei sintomi, l’efficacia della terapia farmacologica nonché l’opportunità di proseguire per molti anni la terapia stessa. Poichè l’efficacia dei farmaci nel lungo termine è dell’ordine del 30%-50% l’ablazione transcatetere può essere la terapia di elezione già da subito nel caso di episodi frequenti e poco tollerati. Naturalmente lei dovrebbe accettare di fare uno studio invasivo, lo studio elettrofisiologico, che comporta di introdurre cateteri nel cuore. Non stia però in ansia. Come ho cercato di dirle esistono più soluzioni al suo problema e non vi è l’urgenza, vista la situazione nel suo complesso, di correre alla soluzione interventistica. Consulti un cardiologo nell’area in cui vive per una meditata decisione nel breve periodo.
Risposto il: 23 Settembre 2004