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Servizio Sanitario Pubblico: il rapporto dell'Istat

Servizio Sanitario Pubblico: il rapporto dell'Istat

Il rapporto Istat sul Servizio Sanitario Pubblico fotografa anche lo stato di salute degli italiani e l'incidenza di alcune patologie.

Un italiano su tre si dice soddisfatto del servizio sanitario pubblico: a rivelarlo è l’ultimo Rapporto sullo Stato di Salute degli Italiani intitolato “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” realizzato dall’Istat e presentato, come di consueto, presso il Ministero della Salute. Dall’indagine è emerso che il 60,2% giudica sufficienti i servizi offerti dallo Stato (con un voto tra il 6 e il 10) e il 34% di essi li definisce buoni o molto buoni (voto tra 7 e 10); il 17,2% del campione non si pronuncia in maniera netta (voto 5) mentre un altro 17,2% dà un voto inferiore (meno di 4), il restante 5,4% non si pronuncia. I dati sono di carattere complessivo, ma tra regione e regione si può registrare una totale disparità di giudizio: nelle regioni meridionali, ad esempio, abbondano i giudizi negativi.

Si tratta di un dato che il Ministro della Salute Livia Turco ha letto come “una ulteriore conferma della necessità di politiche dedicate sempre più incisive”.
Il rapporto realizzato dagli esperti dell’Istat ha anche fotografato lo stato di salute degli italiani facendo luce sulle patologie croniche più diffuse.

Ecco di cosa soffrono gli italiani…

Prima di tutto la maggior parte dei cittadini (il 61,3% degli intervistati) ha dichiarato di sentirsi ‘bene’ o ‘molto bene’, e solo un 6,7% ha riferito di ‘star male’. Le malattie croniche che maggiormente affliggono gli italiani sono l’artrite e l’Artrosi (18,3%), l’ipertensione (13,6%), le allergie (10,7%) e quelle patologie che si cronicizzano soprattutto negli anziani (47,4% tra le donne e 34,9% tra gli uomini over-65).

L’indagine, ha spiegato la Turco, "va considerata come una sorta di maxi-sondaggio sulla salute e sui servizi sanitari, così come vissuti dagli italiani, che ha riguardato ben sessantamila famiglie e che, per la sua vastità, non ha eguali in Europa”. È, senza dubbio, una fotografia scattata con la lente di ingrandimento che, per le istituzioni e gli operatori del mondo sanitario, “rappresenta una vera e propria bussola alla quale riferirsi per programmare le nostre politiche, sia a livello nazionale che territoriale".
Obesità e disabilità sono stati due aspetti rilevanti della ricerca. Duemilaseicento italiani sono risultati afflitti da disabilità, ma il trend, rispetto a dieci anni fa, è in netta discesa: il 4,7% del campione di oggi contro il 5,7% del 1995 e il 18,8% degli anziani contro il 21,7% di un decennio fa. Nel complesso, risulta che il 10,3% delle famiglie ha almeno un componente con problemi di disabilità e il 35,4% di queste famiglie è composto da disabili che vivono soli.

L’allarme-obesità, invece, emerge in tutta la sua urgenza. Se da un lato il nostro Paese si colloca agli ultimi posti della classifica europea per numero di persone obese, la percentuale di obesi in Italia è salita rispetto a cinque anni fa di ben il 9%: oggi si calcola che questa condizione interessi 4 milioni e 700.000 persone in tutta Italia.
Infine, uno sguardo alla diffusione del fumo: in Italia si calcola che il 21,7% della popolazione di 14 anni e oltre fumi (si tratta di un numero pari a 10 milioni e 925.000 persone). Il dato preoccupante riguarda, però, l’età in cui si inizia a fumare rispetto a cinque anni fa, il 7,8% dei giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni ha iniziato a fumare prima dei 14 anni.


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Ultimo aggiornamento: 06 Giugno 2015
4 minuti di lettura
Commento del medico
Prof. Ivan Cavicchi
Prof. Ivan Cavicchi

L'ultimo grido in fatto di politica sanitaria si chiama “ammodernamento”, si ritiene che le leggi di riforma fatte sinora siano "più che sufficienti", ma esistono molte questioni importanti che aspettano di essere riformate da trent'anni e che sono state accuratamente evitate da tutte le riforme fatte. Sono necessari cambiamenti mirati e coordinati da una forte strategia riformatrice.

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