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I mozziconi di sigaretta danneggiano l’ambiente e la salute

I mozziconi di sigaretta danneggiano l’ambiente e la salute

Le sostanze tossiche contenute nelle sigarette restano nell'ambiente e finiscono nel cibo che portiamo in tavola.
A Parigi chi butta un mozzicone di sigaretta a terra può incorrere in una multa salatissima. Anche Roma scende in campo contro la “cicca selvaggia” pensando di arruolare dei controllori che dovrebbero fare multe anche di 150 euro ai fumatori che butteranno i mozziconi di sigaretta in strada.

Iniziative come queste si moltiplicano di città in città e non hanno solo l’obiettivo di migliorare il decoro pubblico, ma anche quello di combattere l’inquinamento ambientale e fronteggiare i danni alla salute pubblica derivanti dalla presenza di milioni di mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente.

In ogni cicca di sigaretta ci sono una cinquantina di sostanze potenzialmente cancerogene che fanno sì che il mozzicone sia un vero e proprio rifiuto tossico indifferenziato. Per questo Enea (Agenzia nazionale nuove tecnologie), Sitab (Società italiana di tabaccologia), Agenzia nazionale per la prevenzione e Consulta nazionale sul tabagismo si sono uniti per fronteggiare il fenomeno e ribadire l’importanza di  mettere in atto strategie efficaci e concrete per ridurre l’impatto ambientale dei mozziconi.

Durante il recente convegno organizzato a Niguarda di Milano dal titolo “Mozziconi di sigaretta: impatto sull’ambiente e sulla salute” gli esperti hanno ribadito che nel mozzicone si trovano sostanze come il polonio 210, ammoniaca, benzene, nicotina, metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici. Una concentrazione di componenti estremamente tossica per l’uomo e per l’ambiente. Basti pensare che una cicca in un litro d’acqua distrugge le dafnie, cioè dei piccoli organismi marini.

E gli effetti sulla salute pubblica sono ancora tutti da definire perché le sostanze presenti nei mozziconi si disperdono nell’ambiente e finiscono nei cibi che consumiamo. Ad esempio l’acetato di cellulosa contenuto nel filtro si distrugge in microplastiche e il risultato è che dopo 5 anni continua a circolare nella catena alimentare finendo nel pesce.

Fonte:
AUS - Associazione Unità Spinale Niguarda o.n.l.u.s.
Ultimo aggiornamento: 07 Ottobre 2015
2 minuti di lettura

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