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In Europa due pazienti su tre non conoscono la BPCO

In Europa due pazienti su tre non conoscono la BPCO

Lo rivela un'indagine condotta da Eurisko: anche in Italia il 10% della popolazione non ha mai sentito parlare di BPCO.
In questo articolo:

Solo il 10% degli italiani conosce la BPCO, mentre a livello europeo il 35% delle persone ne ha sentito parlare. Numeri sorprendentemente bassi per una malattia che colpisce ben 348 milioni di persone nel mondo e che entro il 2020 diventerà la terza causa di morte. Sono questi i risultati di una ricerca – “La BPCO: le conoscenze, i vissuti, l‘impatto sulla qualità di vita” – realizzata da GfK Eurisko in cinque paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Regno Unito, Belgio) su un campione di 4.250 persone a partire dai 18 anni.

BPCO, questa sconosciuta

“Secondo l'indagine GfK Eurisko – afferma Leonardo M. Fabbri, già Professore di Medicina Interna e Respiratoria presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, Visiting Professor di Medicina Interna e Respiratoria all'Università di Ferrara e Gothenburg (Svezia) – l'opinione pubblica la pone al quinto posto tra le malattie più invalidanti, dopo gli eventi cardiovascolari. Ma pochi forse sanno che oggi la mortalità di chi è ricoverato in ospedale per infarto è del 15% a tre anni, mentre la mortalità di un paziente con BPCO ricoverato per una riacutizzazione della malattia, cioè un peggioramento acuto dei sintomi, è del 50% nello stesso periodo”.  

È indispensabile dunque aumentare la consapevolezza nei confronti di questa malattia, causa di 3 milioni di morti nel mondo ogni anno.

Leggi anche:
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata dalla lenta ostruzione delle vie aeree.

I sintomi della BPCO peggiorano la qualità della vita

Interessanti i dati che hanno coinvolto in prima persona i pazienti affetti da BPCO. I sintomi della malattia più presenti risultano essere la stanchezza (48%), la mancanza di fiato/fiato corto (dispnea, 46%), la tosse secca (40%), il senso di oppressione sul petto e la difficoltà a respirare (31%).

Per quanto riguarda, invece, l’impatto della malattia sulla qualità della vita, si è evidenziato che la BPCO influenza la vita in generale nel 75% dei casi, il lavoro e le attività quotidiane nel 66%, la vita sociale, le relazioni e la vita familiare nel 56% e la vita di coppia nel 51%.

Scendendo più nel dettaglio, nel 79% dei casi i pazienti hanno difficoltà a fare qualsiasi tipo di attività sportiva; nel 62% non riescono a dedicarsi come vorrebbero al proprio hobby o non riescono a prendersi cura dei bambini e a giocare con loro; il 56% limita i viaggi, il 53% la vita affettiva, il 47% gli incontri con gli amici e il 42% le uscite.

Un problema che accomuna molti pazienti è l’aderenza al trattamento: una persona su quattro non riesce a seguire correttamente la cura prescritta.

Trattamenti innovativi della BPCO per una migliore qualità della vita

“La BPCO è una malattia cronica, invalidante e progressiva, che coinvolge non solo le vie centrali, ma anche le piccole vie aeree, e sono ancora molti i bisogni insoddisfatti dei pazienti, soprattutto di quelli con una malattia moderata o severa”, sottolinea Dave Singh, Professor of Clinical Pharmacology and Respiratory Medicine presso la University of Manchester:

“La gestione della BPCO però sta cambiando, proprio con gli obiettivi di garantire una migliore qualità di vita attraverso un maggior controllo dei sintomi e di prevenire le riacutizzazioni, che sono gli eventi più traumatici per i pazienti, perché rappresentano un aggravamento irreversibile della malattia e aumentano il rischio di mortalità. I pazienti con BPCO possono trarre beneficio dai farmaci con formulazione extrafine, che penetrano più in profondità nei polmoni, arrivando così fino alle piccole vie aeree. Inoltre, la possibilità di disporre dei tre farmaci in un solo inalatore potrebbe aiutare i pazienti ad aderire maggiormente alla terapia. Potremo misurare i benefici in molti modi diversi: attraverso l'aumento della funzionalità polmonare, osservando come si sentono i pazienti giorno dopo giorno e attraverso la riduzione delle riacutizzazioni”, spiega Singh.

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre 2017
4 minuti di lettura

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