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Cibo e sessualità nei disturbi dei comportamenti alimentari

Cibo e sessualità nei disturbi dei comportamenti alimentari

Gli studi condotti dall'Università di Firenze rivelano che le pazienti con disturbi alimentari hanno un'attività sessuale meno intensa.

La relazione che corre tra cibo e sessualità è assai stretta. Basti pensare che già a livello neuro-anatomico e fisiologico le regioni cerebrali deputate al comportamento sessuale e all’Alimentazione sono sostanzialmente le stesse: il sistema limbico, e più nello specifico, l’ipotalamo.

Anche la storia della psicoanalisi ci indica che la pulsione sessuale e l’istinto alimentare siano in qualche modo accomunabili. Per quanto riguarda la sessualità nei disturbi alimentari la questione appare dunque più complessa. Ad oggi, l’argomento alimentazione e sessualità è in continua esplorazione.

Recenti studi dell’Università di Firenze, pubblicati su Journal of the Sexual Medicine e su Rivista di Psichiatria ci dicono che le pazienti con disturbi alimentari hanno un’attività sessuale meno intensa e più incline all’autoerotismo, così come pazienti obese o affette da BED (Binge Eating Disorder) hanno una minore frequenza di rapporti sessuali.

Diversificando però, le caratteristiche dei disturbi alimentari, all’osservazione del clinico si evidenzia che nell’Anoressia nervosa, insieme ad un rifiuto radicale del cibo, si accompagna anche un distanziamento dal corpo e dalla sessualità. L’anoressica lavora talmente il suo corpo, fino al punto da renderlo asessuato e ancorato ad un'immagine femminile di tipo infantile. La donna anoressica, di sovente anche amenorroica, non ha interiorizzato la femminilità adulta e non è disposta a crescere.

Di contro nella bulimia, il cibo ha un ruolo diverso: è il mezzo attraverso il quale si cerca di colmare l’angoscia del vuoto. La donna bulimica ha un rapporto di natura compulsiva con il cibo, che rappresenta la cura contro un’angoscia primaria da cui non riesce a difendersi in altro modo.

L’aspetto compulsivo, nonché autolesionista dell’alimentazione bulimica, investe anche la sessualità, con una ricerca esasperata di partner sessuali. In queste donne, non del tutto secondario è l’elemento dei comportamenti sessuali a rischio. A questo punto è necessario introdurre il già citato BED, Binge Eating Disorder, la cui prevalenza è maggiore rispetto agli altri disturbi alimentari e la cui Compliance con le disfunzioni sessuali è assai alta.

Nel BED sono ricorrenti le abbuffate, ma contrariamente alla bulimia, non sono presenti le condotte di eliminazione del cibo, per cui il peso corporeo tende ad aumentare fino all’obesità. Il BED, disturbo che si caratterizza anche per una trasversalità di genere, è specificato da un totale discontrollo degli impulsi che si manifesta, appunto, con un'assunzione di cibo incontrollata.

Nei soggetti con BED cibo e sessualità sono strumenti accessori completamente alieni dalle dimensioni del piacere e del desiderio. Supponendo dunque, una distinzione psicologica e sintomatologica dei tre disturbi alimentari descritti è possibile affermare che il rapporto che i pazienti hanno con il cibo e il sesso, è da attribuire a precisi 'tratti personologici'.

Nell’anoressia si palesa un atteggiamento ossessivo nei confronti del cibo e della propria immagine corporea; nella bulimia sono le compulsioni e l’autolesionismo il motore che scatena la psicopatologia comportamentale; infine nel BED, stando all’osservazione clinica, il mancato controllo degli impulsi rappresenta il meta-fenomeno sottostante al disturbo dell’alimentazione. È evidente che ogni approccio terapeutico per i pazienti con disturbo del comportamento alimentare, deve mirare all’integrazione del sapere medico e di quello psicoterapico.

 

A cura del Dott. Giacomo Ciocca -  Corso di Laurea in Sessuologia - Università dell'Aquila (coordinatore Prof. E. A. Jannini)

Ultimo aggiornamento: 19 Maggio 2020
4 minuti di lettura

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