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Calcoli e prostata: Jacques il ciarlatano

Nella seconda metà del XVII secolo, un certo Jacques de Beaulieu si distinse per la sua bravura nella cura chirurgica dei calcoli.

Nel 1600 i medici mal consideravano il mestiere di chirurgo, lasciandolo volentieri nelle mani di praticoni e ciarlatani.

Il che valeva ovviamente anche nei riguardi delle malattie del sistema urinario, in particolare dei calcoli. Così da secoli (o meglio, da millenni) la 'cura chirurgica' della calcolosi urinaria era divenuta appannaggio pressoché esclusivo di coloro che, come ad esempio i norcini, avevano una certa confidenza con la dissezione e l’anatomia in quanto esperti nel castrare i maiali. Sic.

Ovviamente, tra i tanti c’era sempre qualcuno che emergeva per qualche innata capacità 'operatoria'. E uno di questi fu  - nella seconda metà del XVII secolo - un certo  Jacques de Beaulieu, passato alla Storia dell’Urologia come Frate Jacques l’Eremita.

Frate Jacques conduceva una vita austera dispensando la sua opera tra villaggi e città, recando a tracolla una piccola sacca con i 'ferri'. In breve divenne famoso per la sua
bravura, tanto da essere ospitato nel prestigioso ospedale Hôtel Dieu di Parigi ed essere ammesso alla corte di Luigi XIV, dopo aver operato con successo un calzolaio affetto da una grave calcolosi.

Storicamente va però ricordato che Frate Jacques non è stato un semplice esecutore dei metodi tramandati dalla tradizione: certo, in un primo tempo dovette seguirli pedissequamente, ad esempio praticando un’incisione nel Perineo per raggiungere la Vescica e asportare il calcolo (quando riusciva a localizzarlo) e applicando poi sulla ferita esterna una benda imbibita di vino e olio.

Ma con la pratica, résosi conto che una tale tecnica comportava non pochi inconvenienti, inventò un metodo di incisione che consentiva di ottenere sulla parete vescicale un’apertura molto più ampia per favorire l’uscita del calcolo e rendere l’operazione più rapida e meno dolorosa.

Tuttavia, tanta perizia, ma sopratutto i lauti guadagni legati alla sua fama, suscitarono l’invidia dei medici e dei barbieri-chirurghi francesi, tanto da costringerlo a lasciare Parigi, e accettare l’invito del Conte delle Fiandre affetto da alcuni calcoli vescicali che gli rendevano difficile la minzione.

Prima di sottoporsi all’intervento, il Conte volle però accertarsi personalmente della reale bravura di Frate Jacques, e pretese di presenziare all’intervento su ben ventidue pazienti di 'mal della pietra'. Soltanto dopo aver constatato i buoni risultati decise di farsi operare.

Ma per lui le cose non andarono per il verso giusto. Con grande smacco per Jacques, il quale - per evitare ulteriori guai e ritorsioni - abbandonò precipitosamente la Francia, accolto con tutti gli onori in Olanda, in Belgio e in Italia. Continuerà ovunque ad operare e ad estrarre calcoli, non soltanto a personaggi di rango ma (gratuitamente) anche alla povera gente. Tant’è che alla fine, per sostenere la propria famiglia fu costretto a far fondere tutti gli oggetti d’oro ricevuti in dono.

Qualunque sia oggi il giudizio che si può dare di Frate Jacques, anche tenendo conto delle cognizioni e della tecnologia del tempo, è innegabile che egli è stato l’iniziatore del metodo di laterale della vescica, che avrebbe dominato per un buon secolo la Chirurgia della calcolosi vescicale. 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2016
3 minuti di lettura

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