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Scuola Salernitana, fra leggenda e realtà

Le più disparate pratiche mediche e la prevenzione furono i pilastri della Scuola Medica Salernitana, la massima istituzione del Medioevo.

La Scuola Salernitana rappresenta una pietra miliare nella storia della medicina. È l'istituzione più illustre del Medioevo, nella quale andarono a mescolarsi tutte le pratiche mediche conosciute fino a quel momento.

La prima testimonianza certa e documentata dell'esistenza di questa scuola è datata IX secolo; in quel periodo, la pratica medica era soprattutto ad appannaggio dei monaci, che preparavano, nelle loro erboristerie, medicamenti vari partendo dal trattamento delle erbe, che essi stessi coltivavano nei loro orti. Le poche scuole mediche, invece, erano una sorta di cenacolo costituiti da un Maestro e dai suoi allievi, attratti semplicemente dalla sua fama, ma senza alcun riconoscimento ufficiale.

Una leggenda narra che la costituzione della Scuola Salernitana fu dovuta all'incontro di 4 medici: un romano, un greco, un arabo ed un ebreo, che, mettendo insieme le loro conoscenze, portarono un vasto bagaglio di esperienze diverse che fu poi la caratteristica più grande della scuola.

Il primo grande pregio della Scuola Salernitana fu quello di occuparsi non soltanto dei malati, ma anche dei sani, di fare, cioè, prevenzione, una pratica completamente sconosciuta a quel tempo, sebbene già Ippocrate ne avesse messo in evidenza l'importanza.

Entrare in questa scuola non era affatto facile: tre anni di logica, seguiti da cinque anni di scuola medica, basata sulla teoria ma anche sulla pratica (autopsie e riconoscimento e funzionalità dei vari organi). Alla fine del corso di studi, l'allievo veniva esaminato dal proprio maestro e da un collegio di medici; se l'esame veniva superato, l'allievo, dopo un anno di praticantato presso un medico anziano, poteva finalmente esercitare la professione, di cui aveva conseguito l'abilitazione tramite certificato regio.

I periodi della scuola

La vita della Scuola Salernitana può suddividersi fondamentalmente in tre fasi:

  1. dalle origini all'anno 1000;
  2. il periodo di Costantino l'Africano;
  3. la decadenza.

Del primo periodo va ricordato soprattutto il nome di Alfano di Salerno, monaco di Montecassino e poi vescovo di Salerno, autore di numerosi trattati, tra cui De quattor humoribus e De pulsibus sono i più conosciuti. È il periodo in cui la Scuola Salernitana comincia a farsi conoscere quale punto di riferimento per la pratica medica in tutta l'Europa occidentale.

Il secondo periodo ha il suo inizio nel XII secolo ed è segnato dalla presenza di Costantino l'Africano, un arabo di grande talento ed ingegno. Egli era nato a Cartagine, aveva girato il Mediterraneo e, per essere stato accusato di magia, fu costretto a lasciare il suo paese, dirigendosi verso l'Italia meridionale. Importantissime a Montecassino le sue traduzioni dall'arabo di numerosi trattati medici, che così si diffusero alle Università mediche appena nate.

Le traduzioni di Costantino divennero patrimonio della Scuola Salernitana e, cosa importante, la base delle nozioni del suo insegnamento. Le opere trattavano di anatomia, di pratica medica, di chirurgia, di medicina generale.

Il terzo periodo va dal XIII al XIV secolo e segna la nascita di altre scuole ed università mediche, e quindi anche la perdita di supremazia della Scuola Salernitana. Nel 1252 Corrado, successore di Federico II , provò a trasferire la sede dell'Università da Napoli a Salerno ma senza successo. La scuola, quindi, rimase allo stato di Scuola, ma sempre cadetta a Napoli. Le vicende alterne della Scuola Salernitana si conclusero nel 1811, quando un decreto di Gioacchino Murat ne sancì definitivamente la chiusura.

I meriti della Scuola Salernitana

Abbiamo detto che la prima caratteristica peculiare della scuola fu quella di occuparsi anche della prevenzione, che fino ad allora era sconosciuta. Ma i meriti della scuola vanno ben al di là di questa semplice pratica. I medici della Scuola Salernitana avevano nozioni di anatomia eccellenti che permettevano loro di trovare terapie adeguate e idonee.

Inoltre, grande importanza rivestiva, in quest'ambito, la dieta; la scuola consigliava di assumere cibi e bevande sane e di frazionare i pasti adeguatamente durante la giornata. Inoltre, altra grande innovazione rispetto all'epoca in cui operano, i medici della Scuola Salernitana discutono con i loro allievi delle condizioni dei propri pazienti, affiancando alla pura teoria molta pratica sul campo.

Anche la Chirurgia della Scuola Salernitana è eccezionale; vi sono chirurghi capaci di effettuare trapanazioni del cranio e di ricucire vene con fili di seta; nell'opera di Ruggero Frugardi Pratica chirurgiae vi sono numerosi consigli e suggerimenti, anche su una prima forma di Anestesia chiamata la Spongia somnifera.

Il trattato più famoso della Scuola Salernitana resta, in ogni caso, il Regimen Sanitatis, un'opera in versi in cui sono raccolte le norme igieniche dettate dalla scuola; il trattato tiene conto anche di elementi esterni al corpo, quali clima, Alimentazione, attività fisica, luoghi frequentati, bagni, ecc. da controllare al fine di mantenere una buona igiene e, conseguentemente, una più duratura salute e longeva vita.

Ultimo aggiornamento: 02 Aprile 2015
5 minuti di lettura

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