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Esperto Risponde

A mia suocera hanno sconsigliato il trapianto da

A mia suocera hanno sconsigliato il Trapianto da donatore cadavere (dopo gli esami di valtuazione per la lista di attesa) per il fatto che sulla tac è emersa la presenza di epatocarcinoma multifocali >3. E' inoltre affetta da Epatite C. Purtroppo tutti criteri di esclusione dalla lista. Di contro invece un altro centro propone di ricorrere al trapianto da donatore vivente. Mi chiedo allora perchè per il primo ci sono dei criteri che escludono l'inclusione in lista e per il secondo no? Non capisco. E' possibile che mia mamma sia sottoposta al trapianto in vivo? O incorre alle stesse problematiche di quelle con trapianto da donatore morto? Ho bisogno di chiarezza. Nei vari centri dove sono andata mi espongono teorie diverse che non fanno altro che incrementare ansie e paure sia nella mia famiglia che deve decidere delle sorti della mamma sia in quest'ultima portatrice non solo dell'Epatite C + Carcinoma + Cirrosi, ma anche di un profondo stato depressivo dato dall'incertezza che sicuramente non facilità le cose. Qual è la terapia più appropriata a lei in termini di miglioramento della qualità di vita che di prolungamento delal stessa?
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
Il trapianto di fegato da donatore vivente è una procedura chirurgica che prevede l'asportazione di una parte di fegato da un donatore volontario ed il suo successivo trapianto in un paziente portatore di una malattia cronica di fegato. Il prelievo di una parte di fegato da un donatore vivente viene effettuato per il beneficio terapeutico del paziente in attesa del trapianto su esplicita, motivata e libera richiesta del donatore e del ricevente, dopo che entrambe abbiano ricevuto una corretta e completa informazione. La legge 16 dicembre 1999 n. 483 "Norme per consentire il trapianto parziale di fegato", introduce nel nostro Paese la possibilità di disporre, a titolo gratuito, di parti di fegato a scopo di trapianto tra persone viventi in deroga all'art. 5 del codice civile. Il documento, oltre alla identificazione dei requisiti che i centri di trapianto devono possedere per la richiesta di autorizzazione al trapianto di fegato da donatore vivente individua alcuni principi irrinunciabili che sinteticamente riportiamo: 1) il prelievo di fegato da un donatore vivente viene effettuato per il beneficio terapeutico del paziente su esplicita, motivata, e libera richiesta del donatore e del ricevente, dopo una corretta e completa informazione, che deve contemplare sia i rischi per il donatore che le alternative per la terapia del paziente (trapianto di fegato o di emifegato da cadavere) nonché l'indicazione dei prevedibili tempi di attesa; 2) l'attività di trapianto da vivente è da considerarsi aggiuntiva e non sostitutiva dell'attività di trapianto da donatore cadavere; 3) le indicazioni al trapianto da vivente sono identiche a quelle per il trapianto da cadavere. Quindi, per l’ Epatocarcinoma, in presenza di nodulo unico
Risposto il: 26 Luglio 2004