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Esperto Risponde

Ansia generalizzata e malessere diffuso

Buongiorno,

da molti anni soffro di episodici attacchi di panico che col tempo ho imparato a tenere sotto controllo. Da un anno a questa parte invece vivo una costante problematica di ansia che mi provoca una serie di sintomi quali sensazione di oppressione al petto, tensione muscolare, disturbi del sonno (mi sveglio più volte durante la notte), formicolio agli arti, vertigini e a volte, nausea e gonfiore allo stomaco. La mia preoccupazione è che questi sintomi possano nascondere altre patologie.

Potete aiutarmi con qualche consiglio? Grazie

Risposta del medico
Dr. Emanuele De Vietro
Dr. Emanuele De Vietro
Specialista in Psicologia e Psicoterapia e Psicologia ad indirizzo medico

Salve,

in questi casi di ansia e panico una qualsiasi situazione esterna o interna attivante il sistema neurovegetativo (o i sintomi di una malattia organica) viene mal interpretata dal soggetto come attuale e pericolosa per la sopravvivenza del Sé somatico o mentale, di fronte alla quale il soggetto ritiene di avere scarso potere di controllo e quindi di fronteggiamento. Tempestivamente avviene uno scivolamento dell’attenzione verso gli stati interni somatici ed emotivi. Gli stimoli esterni, ma soprattutto interni, verranno selettivamente selezionati secondo il focus attentivo del disturbo e selettivamente interpretati.

Ogni variazione dell’equilibrio viene interpretato come catastrofico e minaccioso per la propria sopravvivenza. L’apprensione ansiosa che aumenta viene interpretata come ragionevole prova della reale esistenza del pericolo. Dalla memoria vengono selettivamente ricavate sensazione di paura. La catastrofica e unidirezionale interpretazione degli eventi di dubbio significato completa il quadro e intensifica ulteriormente l’ansia. Gli stessi sintomi d’ansia vengono interpretati in modo catastrofico e portano l’individuo a preoccuparsi delle proprie sensazioni. L’individuo cercherà di esercitare un controllo sulla propria situazione ansiosa con meccanismi di evitamento di tutte le situazioni che possano far pensare al risorgere della percezione di quel terribile evento. Progressivamente i comportamenti di evitamento si espandono sempre a nuovi ambiti della vita. I meccanismi di evitamento rappresentano l’illusoria risposta comportamentale e cognitiva (illusione di poter esercitare un controllo enterocettivo sul Sé somatico e sull’accadimento degli eventi) di un individuo terrorizzato dal pericolo. L’attenzione sempre maggiore agli stati interni fa si che più nessuna esperienza disconfirmatoria possa intaccare questa illusione e mettere in crisi il sistema.

Tutta l’energia psichica del soggetto viene spesa nell’apprensione ansiosa e nel vigile timore (paura della paura) che la percezione di quel terribile pericolo si ripresenti. L’individuo si chiude sempre più tra alte mura che vanno sempre più restringendosi, conferendogli una sensazione illusoria di sicurezza che non basta mai. La dolorosa spirale, senza via d’uscita, conduce il soggetto ad una depressione secondaria.

Saluti

Risposto il: 12 Febbraio 2018