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Attività fisica e terapia

Ho eseguito due angioplastiche coronariche lo scorso anno: la prima per parziale occlusione dell'interventricolare anteriore, la seconda per ristenosi, in entrambe le occasioni è stato inserito una stent; nell'ultima è stata trattata anche una diramazione laterale sempre con stent. Sono un iperteso ed ho una intolleranza ai carboidrati. Da quando ho eseguito la prima Angioplastica ho smesso di fumare (a tutt'oggi sono passati 18 mesi) ed ho iniziato a fare più attività fisica, iniziando a camminare, fare un po' di bici e poi correre. Attualmente mi ritrovo con 1500 km fatti in bici (Aprile-Ottobre) e correre per un'ora di continuo (alla velocità di circa 8,5 km/h). Uso il cardiofrequenzimetro ed evito di oltrepassare i 140 battiti. Il mio Cardiologo mi ha detto che posso fare tutto però senza esagerare. La mia domanda è: fino a che livello posso svolgere una qualsiasi attività fisica? ovvero se correndo oltrepasso la soglia aerobica e supero i 150 battiti a cosa vado incontro? Una scintigrafia miocardica perfusionale eseguita un anno fa, dopo tre mesi dall'ultima angioplastica, mostrava una lieve riduzione della distribuzione nella parete inferiore del Ventricolo sx (quantivativamente ai limiti significatività) ma in assenza di sintomi e di alterazioni ischemiche dell'ecg, la presenza di bev frequenti anche in coppia, risultando però normoperfuso il territorio di distribuzione dell'iva. Un altro ecg da sforzo (eseguito però in terapia) non ha evidenziato nulla al di fuori di qualche exstrasistole che a tutt'oggi anche io avverto di meno. Sono in Terapia con Norvasc, Dilatrend, Karvea, Cardioaspirina, Sinvacor. La mia glicemia riesco a mantenerla nei valori limite di 110 con dieta e movimento. Certo di rileggerVi al più presto invio distinti saluti.
Risposta del medico
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L'esercizio allenante dovrebbe essere fatto poco al di sotto della soglia anaerobica. Una attività fisica di moderata intensità è pari al 60% del consumo massimo di ossigeno. Non disponendo del valore del consumo di ossigeno di solito viene utilizzato come parametro di riferimento la frequenza cardiaca massima raggiunta al test da sforzo eseguito per definire la soglia ischemica. Per stabilire l'intensità dell'allenamento il range di frequenza cardiaca consigliata è tra il 70%- 85% della frequenza massima raggiunta al test da sforzo. Non vi è ulteriore vantaggio a fare attività fisica spingendo su frequenze cardiache più alte. Allenarsi su valori estremi aumenta il rischio di eventi ischemici (vedi il risultato della scintigrafia miocardia), di complicanze aritmiche nonché di eccessivi incrementi della pressione arteriosa. La terapia, giudicando i farmaci che assume, è corretta. Non dimentichi di seguire anche la terapia non farmacologica come la dieta povera di sale e a basso contenuto di grassi saturi di origine animale.
Risposto il: 05 Febbraio 2004