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Esperto Risponde

Buonasera, le scrivo in merito alla risposta da

Buonasera, le scrivo in merito alla risposta da lei data alla mia domanda (HH/3D50871). Il centro che segue mio padre (nonchè quello in cui ha subìto l'intervento che gli ha salvato la vita) è l'ISMETT che immagino lei conoscerà. E' fondamentalmente un centro trapianti ma, tra le tante cose, ha anche una cardiochirurgia di alto, io credo 'altissimo', livello. In questo ci sentiamo molto fortunati e rincuorati. Almeno è finito in 'ottime mani'. Nella sua risposta lei parlava di "endoprotesi".. potrebbe spiegarmi (anche al di là del caso specifico di mio padre) più o meno di che si tratta? Non è più una sostituzione del tratto aortico con Protesi artificiale come hanno già fatto per l'Aorta ascendente di mio padre?
E nuovamente le chiedo quali potrebbero essere i rischi 'neurologici' dovuti ad un intervento su carotide e succlavia?
Riguardo la possibilità di intervenire con endoprotesi immagino comunque che sarà lo stesso cardiochirurgo a scegliere la cosa migliore da fare (se ne ho la possibilità al prossimo incontro comunque gli chiederò al riguardo).. inoltre per quel po' che ho trovato in rete mi pare di aver capito che l'endoprotesi non è 'proponibile' in tutti i casi ma solo a certe 'condizioni' (variabili credo anche in base al diametro dell'aneurisma)..
Grazie mille per la risposta precedente ed anche per quella che seguirà a questa domanda.
Risposta del medico
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L’endoprotesi è una sorta di tubicino espansibile che viene inserito all’interno dell’aorta grazie un catetere che viene fatto procedere dall’arteria iliaca preparata chirurgicamente: una volta posizionata l’endoprotesi con un palloncino viene espansa fino alle dimensioni desiderate: per fare ciò è necessario che a monte e a valle della protesi vi siano delle zone di aorta più ristrette (dette colletti) su cui la protesi si ancora: in questo modo si riduce la dimensione del vaso e la parte restante del lume viene esclusa dal flusso ematico e va incontro a trombizzazione.
Perché si possa utilizzare un’endoprotesi è necessario che
  1. siano presenti nel vaso dei colletti su cui ancorare la protesi
  2. il falso lume nel caso della dissezione non rifornisca vasi importanti
  3. la patologia da tratta sia localizzata nell’aorta toracica discendente al di sotto dell’emissione dei vasi epiaortici.
I rischi neurologici cui accennava il chirurgo non riguardano solo il problema della succlavia e della carotide (complicanze possibili sono fatti embolici o trombotici con conseguente ictus ischemico): infatti nel corso di questi interventi è possibile che si realizzi un’importante ischemia midollare con conseguente tetraparesi.
Risposto il: 15 Maggio 2006