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Come i vaccini aiutano il sistema immunitario?

Come i vaccini aiutano il sistema immunitario?

I vaccini funzionano stimolando la risposta del sistema immunitario a un virus o a un batterio.
In questo articolo:

Perché la vaccinazione ci mette al riparo dalle conseguenze di un’infezione? Per capirlo occorre parlare del sistema immunitario, un organo che non ha un’identità definita come il cuore o il cervello, ma è diffuso nel corpo e ha il fondamentale ruolo di proteggerci da virus e batteri. 

Nel suo ultimo libro, "La formidabile impresa. La medicina dopo la rivoluzione mRNA", Roberto Burioni spiega come funziona il sistema immunitario con parole semplici. 

Sistema immunitario: il ruolo di recettori T e anticorpi 

Il sistema immunitario ha due linee di difesa: una iniziale, generica e di limitata efficacia; e un’altra mirata, potentissima e difficile da superare per la maggior parte dei nostri avversari. Questa seconda linea è costituita da cellule e molecole che sanno riconoscere in maniera specifica i nostri nemici, facendoli letteralmente a pezzi.  

Ci riescono – sia le cellule, chiamate linfociti T, sia le molecole chiamate anticorpi – grazie a strutture che sono in grado di individuare in modo selettivo gli agenti ostili, legandoli saldamente proprio come una calamita lega il ferro. Le strutture dei linfociti T si chiama recettori T, gli anticorpi sono invece proteine che vengono secrete nel sangue e sulle mucose di un altro tipo di linfociti, detti B. Entrambi – recettori T e anticorpi – si attaccano al virus o al batterio, e a quel punto per il virus e il batterio generalmente sono guai. 

All’interno del nostro organismo è presente un repertorio di anticorpi. Al momento dell’aggressione da parte di un virus, il sistema immunitario sceglie un anticorpo che vi si attacca un po’; in questo «abbozzo» iniziale il sistema comincia a inserire a caso delle piccole modifiche, dette mutazioni: se l’anticorpo modificato si attacca meglio al virus, l’organismo continua a produrlo, se si attacca peggio, lo scarta e non ci pensa più. Tutto questo porta ad avere degli anticorpi potentissimi e molto efficaci, ma ovviamente richiede tempo. E richiede tempo non solo perché per produrre anticorpi «potenti» ci vogliono giorni, se non settimane, anche perché durante il processo il sistema immunitario deve controllare con accuratezza che per errore non vengano prodotti anticorpi che attaccano i nostri stessi organi, visto che molecole così potenti dirette contro noi stessi potrebbero avere effetti gravissimi o addirittura mortali.  

Vaccini e sistema immunitario 

Quando si incontra un virus o un batterio, il nostro sistema immunitario ha bisogno di diverso tempo prima di riuscire a produrre difese efficaci. Ma solo la prima volta: la seconda l’organismo già conosce il nemico. 

È qui entra in campo il vaccino. Esso, in pratica, mostra al sistema immunitario il virus (o le parti più pericolose del batterio) in anticipo e in un momento di calma assoluta, dicendogli: «Attenzione, questo è pericoloso: preparati a sistemarlo se dovesse passare di qui». 

Quando ci vacciniamo, il nostro organismo vede il virus contenuto nel vaccino, lo riconosce come estraneo e ha così tutto il tempo per produrre anticorpi (e recettori dei linfociti T) efficacissimi e sicuri. 

Insomma, dopo la vaccinazione ci si trova nelle condizioni di chi ha avuto la malattia ed è guarito: però senza essere stati malati. 

Nel suo nuovo libro, il medico e divulgatore scientifico Roberto Burioni spiega come la molecola di RNAmessaggero, fondamentale per sviluppare rapidamente un vaccino contro il virus Sars-CoV-2 responsabile della pandemia del 2020, può migliorare radicalmente la prevenzione e la cura di altre malattie quali l’AIDS, la sclerosi multipla e i tumori. Racconta altresì del lavoro di tanti scienziati e di come questo abbia sensibilmente contribuito al progresso scientifico. 

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Ultimo aggiornamento: 31 Maggio 2022
4 minuti di lettura

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