Buongiorno, mia madre (74 anni) è affetta da

Buongiorno, mia madre (74 anni) è affetta da epatite C con genotipo 1b. E’ stata sottoposta ad un primo ciclo con interferone e ribavirina nel 2002, con negativizzazione del virus durante la cura, ma risalita dei valori dopo il termine. Nel periodo 2002-2005 il virus è dapprima cresciuto fino a 1.600.000 UI/ml per poi progressivamente scendere fino al gennaio del 2006 a 200.000 UI/ml (metodo PCR). Nel maggio del 2006, l’analisi di controllo è stata effettuata con una nuova metodologia (PCR Real Time); in corrispondenza di tale cambio di metodo, il valore del virus rilevato è divenuto pari a circa 20.000.000 UI/ml. Il valore si è mantenuto quindi stabile per gli ulteriori 6 mesi (fino a dicembre 2006), al termine dei quali mia madre è stata sottoposta ad un nuovo ciclo di peg-interferone + ribavirina, interrotto ad agosto per una serie di effetti collaterali (sordità, cecità, ecc.) fortunatamente reversibili. Attualmente, dopo che durante la cura il virus si era negativizzato, l’ultima analisi (effettuata dopo 5 mesi dal termine della cura) ha dato valori di virus pari a curca 25.000.000 UI/ml. Vorrei sapere se esistono criteri di comparazione tra i metodi di misura del virus, giacché ho il timore che il cambiamento del metodo di analisi possa aver cambiato radicalmente (assieme alla sensibilità del metodo) i valori di lettura a parità di intensità dell’infezione reale. In altre parole, è possibile che il valore di 200.000 UI/ml rilevato a gennaio 2006 con il vecchio metodo sia di fatto corrispondente a quello di 20.000.000 UI/ml rilevato appena quattro mesi dopo con il nuovo metodo? Grazie