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Esperto Risponde

C'è qualche modo per ritardare l'eiaculazione?

Buonasera, sono una ragazza di 22 anni e da 6 mesi ho rapporti abbastanza regolari (2/3 volte a settimana) col mio ragazzo. La prima volta ha eiaculato prima della penetrazione, ma avendo aspettato un mese prima di farlo ci abbiamo riso su (lui un po' meno) e via... Le volte dopo è avvenuta penetrazione, ma in questi casi avveniva l'eiaculazione prima del minuto (3-5 spinte), al massimo in questi mesi è durato 2 minuti, anche facendolo a distanza di meno di un giorno. Ora, lui afferma che prima non gli succedeva (ha 26 anni e ha avuto più rapporti con più ragazze diverse) se non dopo un periodo più lungo di astinenza. Per me sinceramente non è un problema, ma alla fine di ogni rapporto lui ci rimane male (non perché non sia soddisfatto, ma per paura di non riuscire a soddisfarmi e di stufarmi) e si scusa. È tanto dolce e io lo rassicuro sempre che per me non è un problema, ma non se ne fa davvero una ragione.

Abbiamo provato a fare preliminari, a non farli, a fermarci subito e provare a cambiare posizione, all'inizio provava a pensare ad altro ma gli ho detto di smetterla che non mi sembrava corretto che dovesse distrarsi e sforzarsi di resistere. Lui dice che è troppo eccitato e che come entra sente caldissimo e non resiste. C'è qualche modo per ritardare l'eiaculazione? Io prima di lui ho avuto solo due partner e con entrambi si verificava questo fatto, un po' meno evidente, ma anche gli altri due non duravano più di 2 minuti (uno anche se lo rifacevamo a 20 minuti dalla fine del rapporto precedente) quindi mi chiedevo se magari potessi essere anche io il problema. Scusate le domande

Risposta del medico

Gentile lettrice, l'eiaculazione precoce è un problema sessuale molto diffuso che sembra coinvolgere circa il 30% dei nostri uomini, cioè due-tre maschi su dieci. In prima battuta bisogna arrivare a fare una precisa diagnosi e, in questo senso, il primo step è quello di valutare se questa mancanza di controllo dell'eiaculazione è presente dall'inizio della propria attività sessuale oppure è secondaria ad un periodo in cui tutto era regolare e poi capire se è vi un problema relazionale, di coppia, comportamentale oppure di natura organica.
Tutto questo complesso processo diagnostico deve essere svolto da un andrologo con chiare competenze sessuologiche. Fatta la diagnosi poi si imposta una terapia mirata che, se presente una importante problematica psicologica, necessita anche dell'intervento di uno bravo ed esperto psicologo. Un cordiale saluto.

Risposto il: 29 Marzo 2017